Indian Wells e Miami: i Masters 1000 americani partono senza Djokovic

Indian Wells al via: senza Djokovic e senza un vero favorito

Novak Djokovic ci ha sperato fino alla fine, con un paio di senatori della Florida che hanno perorato la sua causa, ma alla fine il governo USA ha detto “no”. Le regole sull’ingresso nel paese continuano a considerare come obbligatoria la vaccinazione contro il Covid-19, di deroghe non se ne parla e così il numero uno della classifica mondiale ATP è rimasto di nuovo fuori (per il secondo anno di fila) dai primi due Masters 1000 della stagione, a Indian Wells e Miami. Una rinuncia dolorosa visto il suo grande stato di forma, ma che Djokovic ha deciso di accettare di buon cuore in cambio della difesa di un’idea ormai conosciutissima. Così, dopo il trionfo a Melbourne, suo 22esimo titolo del Grande Slam, il campione serbo si è fatto di nuovo da parte per lasciare spazio agli outsider. Ergo, manca (o quasi) un vero favorito.

Alcaraz può tornare numero uno del mondo, ma deve vincere

Il nome più caldo è sicuramente quello di Carlos Alcaraz, che col titolo in California può tornare a comandare il ranking mondiale, anche se poi dovrà subito confermarsi a Miami dove deve difendere i 1.000 punti del titolo del 2022. Tuttavia, lo spagnolo ha chiuso la tournèe sudamericana accusando a Rio de Janeiro una piccola ricaduta del problema muscolare che l’aveva obbligato al forfait all’Australian Open, così ha saltato il Mexico Open di Acapulco e si è presentato in California in cerca di risposte. Se sta bene può lottare per il titolo, anche perché manca anche Rafael Nadal e gli altri contendenti – eccetto uno: ci arriviamo a breve – non sembrano nel loro miglior momento in assoluto.

Occhio a Medvedev: arriva da tre tornei vinti di fila

Seguendo il filo logico proposto dai risultati dell’ultimo periodo, il principale indiziato per il successo all’Indian Wells Tennis Garden è il russo Daniil Medvedev, che sta vivendo un gran momento di forma. Allo Us Open era numero 1 del mondo, dopo l’Australian Open numero 12, con una serie di nove sconfitte di fila contro i top-10. Ma ora è ripartito forte: in tre settimane ha vinto tre titoli di fila (Rotterdam, Doha, Dubai: sono 18 in carriera tutti in tornei diversi), si è preso 1.250 punti e tanta fiducia, ha inflitto a Djokovic la prima sconfitta del 2023 ed è volato negli Stati Uniti col morale a mille. Le condizioni di gioco dei tornei americani esaltano il suo tennis, ragion per cui andrà tenuto d’occhio. Fra gli altri, invece, è davvero difficile prevedere chi possa trovare il rendimento per andare in fondo, peraltro in un torneo che negli ultimi anni ha riservato varie sorprese. Addirittura, per ritrovare l’ultima vittoria di un Fab Four bisogna tornare al 2017 con Roger Federer, seguito da Juan Martin Del Potro, Dominic Thiem, Cameron Norrie e Taylor Fritz.

Berrettini, Sinner, Musetti e altri due italiani in gara, per sfatare lo storico tabù

Al via del primo Masters 1000 della stagione ci sono anche cinque giocatori italiani, tre dei quali compresi fra le 32 teste di serie e quindi esentati dal primo turno del tabellone. Si tratta naturalmente di Jannik Sinner (numero 11), Lorenzo Musetti (19) e Matteo Berrettini (20), ai quali si aggiungono Lorenzo Sonego e l’immancabile Fabio Fognini, alla sua quattordicesima partecipazione. Tutti insieme provano a sfatare uno storico tabù, che dice che il BNP Paribas Open è l’unico fra i nove Masters 1000 del calendario ATP nel quale nessun giocatore italiano ha mai saputo arrivare ai quarti di finale. Per trovare un azzurro fra gli ultimi otto negli altri “1000” basta limitarsi ai giocatori attualmente in attività, mentre a Indian Wells non è mai successo una sola volta in quasi cinquant’anni di storia. L’Italia ha collezionato solo cinque ottavi di finale: due con Sinner, uno con Berrettini, Fognini e Renzo Furlan (1996). È il momento di fare meglio.

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Marco Caldara
Betscanner