Il 2021 di Tadej Pogacar è stato formidabile: Liegi-Bastogne-Liegi, Tour de France, Bronzo a Tokyo e Giro di Lombardia
Definirlo il nuovo prodigio del ciclismo internazionale è ormai riduttivo. Tadej Pogacar ad appena 23 anni è un campione già affermato con un palmares da urlo. Se il 2020 era stato l’anno della grande sorpresa sul palcoscenico internazionale, il 2021 si è trasformato in un momento di consacrazione vera e propria che lo ha proiettato tra gli atleti più forti sulle due ruote negli ultimi decenni.
L’ultimo sigillo di un anno favoloso è arrivato al Giro di Lombardia, vinto davanti a Fausto Masnada. Un peccato per l’Italia che avrebbe potuto fare una doppietta storica dopo la vittoria di Sonny Colbrelli alla Parigi Roubaix. La Classica delle foglie morte è il tradizionale appuntamento che chiude l’annata delle grandi corse del ciclismo, rappresentando anche una delle competizioni monumento più ambite in Italia e in Europa. Tadej Pogacar l’ha vinta da vero dominatore dell’anno ciclistico.
Il 2021 magico di Pogacar
A marzo era arrivato il trionfo alla Tirreno Adriatico, davanti a un altro fenomeno del ciclismo mondiale Wout van Aert. Poi la prima classica monumento, la Liegi-Bastogne-Liegi, mentre a luglio il bis del Tour de France dominato dall’inizio alla fine con la conquista di tre tappe. In pieno agosto Pogacar aveva trovato le energie anche per conquistarsi un terzo posto nella prova in linea delle Olimpiadi di Tokyo. Vittorie che sarebbero già enormi se spalmate su un’intera carriera ciclistica, ma che Tadej è riuscito ad inanellare nel corso di pochi mesi.
Un vero drago del ciclismo, quasi imbattibile nelle corse a tappe ed estremamente competitivo anche in quelle di un giorno. Pogacar non solo è uno degli scalatori più forti in circolazione, ma anche un cronoman davvero formidabile. Non è infatti un caso che sia nel 2019 che nel 2020 abbia vestito la maglia di campione nazionale sloveno a cronometro, superando anche l’altro connazionale-fenomeno Primoz Roglic.
Le vittorie negli anni passati
E come non ricordare la sfida epica tra i due sloveni durante il Tour de France 2020 con l’impressionante cronoscalata alla Planche des Belles Filles di Pogacar, capace di ribaltare in suo favore quell’edizione della Grand Boucle. Ma già prima di quell’exploit clamoroso nella corsa a tappe più famosa al mondo, Tadej Pogacar sembrava un predestinato delle due ruote.
Basti pensare che nel 2019, da esordiente nel mondo del professionismo, aveva già conquistato con la maglia della Uae Emirates tre tappe e il terzo gradino del podio nella Vuelta vinta in quell’occasione proprio da Roglic. Mentre nel 2018 aveva conquistato il Tour de l’Avenir, considerata una versione del Tour de France per under-23.
Gli obiettivi di Tadej Pogacar
Con un palmares del genere, a un’età in cui molti suoi colleghi sono appena passati al professionismo (qui una guida sulle migliori giovani promesse del ciclismo italiano), viene da chiedersi a cosa potrebbe ancora ambire Pogacar. La risposta l’ha data lo stesso fenomeno in un’intervista dopo la vittoria del Giro di Lombardia: per il 2022 nel mirino dello sloveno ci sono i Mondiali e la maglia rosa del Giro D’Italia, alla sua prima partecipazione.
Chissà che non possa anche puntare alla doppietta Giro-Tour nello stesso anno. Un risultato che nessuno è più riuscito a ottenere dopo l’impresa di Marco Pantani nel 1998. Ma viste la forza dello sloveno nulla è da considerare impossibile, tenendo anche conto che nessuno sembra essere al suo livello quando si parla di corse a tappe.
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Enrico Forzinetti
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