Roberto Mancini: carriera e curiosità del neo CT dell’Arabia Saudita

Mancini, ex allenatore azzurro, è volato in Arabia per allenare la Nazionale

Roberto Mancini, ex calciatore e ora allenatore di calcio classe 1964, è attualmente commissario tecnico della Nazionale di calcio araba. Non senza critiche e veleni da parte dei tifosi azzurri. Ma il calcio è anche questo.

La carriera di Roberto Mancini: dal calcio giocato alla panchina

Marchigiano di nascita, Mancini inizia a giocare da piccolissimo, mostrando immediatamente le sue doti col pallone ai piedi, tanto da venire ingaggiato a soli 13 anni dal Bologna. Proprio qui, dopo aver percorso tutta la trafila delle giovanili, esordisce tra i grandi in Serie A, nel 1981, a soli 17 anni. Ed è proprio al club rossoblù che lega la sua carriera calcistica, diventandone bandiera e icona: ben 15 stagioni (1982-1997), 173 goal segnati in 566 partite disputate, uno scudetto conquistato – il primo ed unico del club – lo rendono l’uomo dei record della squadra.

Dopo un triennio alla Lazio (1997-2000), club con cui vince un campionato e due coppe europee, e una breve parentesi al Leicester City (2001, ma solo per un mese), Mancini appende gli scarpini al chiodo, chiudendo la carriera da calciatore per intraprendere quella da allenatore. In poco tempo, il CT marchigiano diventa uno dei migliori commissari tecnici della sua generazione: Lazio, Fiorentina, Inter, Manchester City, Galatasaray, Zenit San Pietroburgo, e infine la Nazionale italiana dal 2018.

Negli anni conquista fior di trofei, che si aggiungono a quelli conquistati come calciatore: quattro Coppe Italia (al pari con Allegri e Eriksson), due Supercoppe italiane, tre scudetti con l’Inter, una Premier League (2012), una FA Cup e una FA Community Shield con il Manchester City, una Coppa di Turchia con il Galatasaray, e l’ultima recente conquista degli Europei 2020 con la Nazionale maggiore italiana. A questi titoli si aggiungono, poi, premi e riconoscimenti individuali, ricevuti sia come calciatore che come allenatore, tra i quali ricordiamo il Golden Foot 2017, quando è stato inserito tra le Leggende del calcio.

Ad agosto del 2023, con il riassetto dei tecnici e dei collaboratori della FIGC, Roberto Mancini viene nominato anche coordinatore delle Nazionali Under-20 e Under-21, ma pochi giorni dopo rassegna le dimissioni, per poi annunciare, il 27 agosto, l’ingaggio come nuovo CT della nazionale saudita, con accordo di 25 milioni di euro netti all’anno fino al 2027.

Alcune curiosità su Roberto Mancini

Ecco alcune curiosità su Mancini:

• Il Mancini calciatore. Soprannominato il Mancio, Mancini è considerato uno dei migliori centrocampisti offensivi della storia del calcio italiano. Fantasista carismatico, schierabile sia come seconda punta sia come centrocampista offensivo, abile in fase realizzativa ma soprattutto nel fornire buone palle ai compagni di squadra, Mancini è ritenuto uno dei maggiori specialisti nel dribbling dei suoi tempi. Ai tempi in cui vestiva la maglia della Sampdoria, Mancini faceva parte dei “Sette nani”, insieme ad altri sei compagni di squadra, tra cui Vialli: erano gli uomini dello spogliatoio, e lui era Cucciolo.
• Mancini e l’eleganza. Grande amante dell’eleganza, Mancini disegnava le divise sociali della Samp; da CT ha introdotto la moda della sciarpa, ovviamente di cachemire.
• Le passioni del CT marchigiano. Oltre al calcio, Mancini è un grande amante del paddle; ama anche il mare e possiede uno yacht di trenta metri, oltre ad essere anche imprenditore nautico.
• La vita privata. Mancini è stato sposato con Federica Morelli, dalla quale ha avuto tre figli, ma nel 2015 ha annunciato il loro divorzio. Ora è legato sentimentalmente a Silvia Fortini, che è stata la sua assistente legale ed è diventata sua moglie nel 2018.
• Una piccola curiosità? Nel 1977, Mancini fece un provino con il Milan e i dirigenti rossoneri gli dissero di tenersi pronto perché sarebbe stato chiamato in squadra; passarono le settimane ma la lettera di convocazione in arrivò mai. Solo anni dopo scoprì che la lettera era stata mandata alla Real Jesi e non all’Aurora, club con cui giocava.

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