Sonny Colbrelli, con la Parigi-Roubaix si chiude un anno formidabile tra Campionato italiano, europeo e Giro del Benelux
La bicicletta alzata in cielo e una maschera di fango sul volto dopo 258 kilometri: l'immagine simbolo dell'ultima Parigi-Roubaix rimarrà l'esultanza di Sonny Colbrelli, capace di vincere la Regina della Classiche alla sua prima partecipazione in assoluto. Un'impresa che interrompe un digiuno di 22 anni dall'ultima vittoria di un connazionale nel lontano 1999 con Andrea Tafi. E dire che i bookmaker non avevano neanche inserito Colbrelli tra i vincitori più papabili della Parigi-Roubaix.
Era invece tra i super favoriti l'olandese Mathieu van der Poel, terzo al traguardo in una volata che lo ha visto preceduto anche dal belga Gianni Vermeersch. Ai piedi del podio un altro formidabile azzurro, Gianni Moscon, fermato però dalla sfortuna: la sua fuga solitaria è infatti stata ostacolata prima da una foratura e poi da una caduta che hanno annullato il vantaggio accumulato sugli inseguitori.
L'anno eccezionale di Sonny Colbrelli
Ma per i tifosi nostrani l'importante è che la classica monumento sia tornata in mani italiane, in particolare in quelli di Colbrelli, che si trova in uno stato di grazia a livello di risultati sulle due ruote. Negli ultimi mesi il velocista della Bahrein Merida ha conquistato nell'ordine prima il Campionato Italiano in linea, poi il Giro del Benelux, successivamente il Campionato europeo corso a Trento e ora la Parigi-Roubaix. Un risultato che lo proietta anche nel mondo dei migliori cacciatori di corse da un giorno.
Fino a questo magico 2021 Sonny non poteva essere considerato un vero vincente nel mondo del ciclismo. A testimoniarlo ci sono i ben 75 secondi posti collezionati nel corso della carriera, nonostante ci siano state anche buone vittorie sparse qua e là negli anni come quelle nella Tre Valli Varesine, nella Freccia del Brabante del 2017 e nel Gran Piemonte del 2018. Mai nessun piazzamento invece in tappe del Giro o del Tour de France, nonostante le cinque partecipazioni in ciascuna delle due corse.
Una carriera decennale
La carriera del Cobra, il soprannome usato per Colbrelli, è quella di un vero operaio della bicicletta. Un termine non a caso visto che prima dei vent'anni, il ragazzo nato a Desenzano del Garda nel 1990 divideva le sue giornate tra le catene di montaggio in fabbrica e le gare nel mondo dilettantistico. Il passaggio al professionismo risale al 2012 con la casacca della Colnago, ma è dall'anno successivo in cui approda alla Bardiani Csf che inizia a macinare i primi risultati interessanti. Il salto di qualità finale avviene con il trasferimento nel 2017 alla Bahrein Merida (oggi Bahrein Victorious), squadra che fa parte del World Tour e con cui ha ottenuto le vittorie di maggior peso.
Momenti difficili e curiosità
Una vita sulle due ruote in continua ascesa, con la consacrazione definitiva nell'ultimo anno, ma che ha avuto anche importanti momenti di difficoltà fin da piccolo. Dai problemi di sovrappeso in gioventù risolti con diete ferree fino ad arrivare alla miopia, curata con un intervento agli occhi. Ma sono stati anche diversi i freni mentali che hanno spesso impedito a Colbrelli di tagliare il traguardo con le mani sollevate al cielo. Problemi ormai spazzati via da vittorie che non lasciano alcun dubbio sulle sue capacità.
E così ora Sonny, nome che la madre prese in prestito dal poliziotto Sonny Crockett di Miami Vice, rappresenta una delle punte di diamante del ciclismo italiano. Chissà che in questo finale di stagione non ci possa ancora regalare qualche soddisfazione. Purtroppo non al Giro di Lombardia in programma il 9 ottobre (qui il link all'articolo sul Ciclismo in Tv oggi sempre aggiornato), ma a cui Colbrelli ha già detto che non prenderà parte.
Se invece sei un appassionato di scommesse sportive e in particolare delle due ruote, consulta la nostra guida sui migliori bookmaker per le quote ciclistiche. Ricorda che se ti iscrivi per la prima volta potrai sempre usufruire di un interessante bonus di benvenuto!
Enrico Forzinetti
Betscanner