Serie A: lo strano mercato post Covid. Un calciomercato all’insegna dei parametri zero e dei prestiti con obbligo di riscatto
Alle 20,00 di Lunedì 5 ottobre, si è chiuso il calciomercato del campionato di Serie A. Un mercato particolare, fatto di molta fantasia e pochi soldi. Un mercato nel quale senza pronunciare “prestito con obbligo di riscatto” non ti siedi a nessun tavolo. In poche righe è sintetizzato quello che è stato il mercato in Serie A post Covid. Lontani i famosi giorni del “Condor” di Adriano Galliani che nell’agosto del 2010 riuscì a finalizzare gli accordi in combinata per Ibrahimovic e Robinho. Analizziamo quelli che sono stati gli acquisti più costosi, almeno futuristicamente.
Osimhen, Arthur e Hakimi
Sono stati gli unici acquisti nel cui contratto non figuri la parola chiave prestito. Controcorrente con l’andamento del calciomercato generale, ma per diversi motivi. Osimhen (70 milioni) e Hakimi (40 milioni) erano acquisti già chiusi e finalizzati ancor prima dell’inizio del calciomercato, ma soprattutto ancor prima della fine della scorsa stagione. Un grosso rischio per Napoli e Inter, il cui bilancio a fine anno potrebbe risentirne non solo nel caso di eventuale assenza di trofei o scudetto, ma anche nel caso di cambiamento del format del campionato o addirittura (soluzione al momento remota) sospensione del campionato. Arthur rappresenta un caso a parte. Pagato 72 milioni, è una semplice mossa di mercato strategica, resa meno pesante dalla cessione alla stessa cifra di Pjanic al Barcellona, per mettere a referto a fine stagione una grossa plusvalenza a bilancio.
Chiesa, re dell’obbligo di riscatto
E’ l’acquisto dell’ultimo giorno della “vecchia signora”, il colpo ad effetto chiesto espressamente da Andrea Pirlo. Un acquisto costoso, ma solo nel tempo, quindi con la possibilità di dilazionare la cifra su diversi bilanci.
L’operazione che ha portato Chiesa alla Juve è un mix di fantasia e bravura: 2 milioni di prestito più altri 8 di prestito per il secondo anno più obbligo di riscatto fissato a 40. In più 10 milioni di bonus al verificarsi delle seguenti situazioni: che la Juve arrivi tra le prime quattro in Serie A, che Chiesa giochi il 60 per cento delle gare con presenze di almeno 30 minuti e che nei due anni segni almeno 10 gol e serva 10 assist. Scenari dall’alta probabilità di riuscita. L’acquisto di Chiesa rappresenta quindi l’emblema del prestito con obbligo di riscatto.
Gli amici di Chiesa
Molti i calciatori, meno dispendiosi, che fanno compagnia a Chiesa in questa sessione all’insegna del prestito con obbligo di riscatto. Eccone alcuni:
MARASH KUMBULLA: dal Verona alla Roma per 25 milioni di euro (3 di prestito più obbligo di riscatto fissato a 22)
WESTON MCKENNIE: dallo Schalke 04 alla Juventus per 23 milioni di euro (4.5 di prestito più obbligo di riscatto fissato a 18.5)
ALVARO MORATA: dall'Atletico Madrid alla Juventus in prestito oneroso per 10 milioni di euro con diritto di riscatto
SANDRO TONALI: dal Brescia al Milan in prestito oneroso per 10 milioni di euro con diritto di riscatto
WYLAN CYPRIEN: dal Nizza al Parma per 8.5 milioni di euro (1.5 di prestito più obbligo di riscatto fissato a 7)
MERT CETIN: dalla Roma al Verona per 8 milioni di euro (prestito gratuito più obbligo di riscatto fissato a 8)
FEDERICO BONAZZOLI: dalla Sampdoria al Torino per 8 milioni di euro (prestito gratuito più obbligo di riscatto fissato a 8)
Egidio De Padova
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