Il centravanti argentino ha annunciato in lacrime il ritiro: a fine MLS sarà addio
Una carriera molto complicata quella di Gonzalo HiguaÃn, più conosciuto come il Pipita, soprannome ereditato dal padre chiamato "El Pipa" in Argentina per la grandezza del suo naso, che sin dal principio, dai suoi esordi con "El más grande" River Plate aveva fatto vedere di avere un dono speciale per il calcio.
Con la squadra argentina, infatti, metterà a segno 13 reti in 35 partite con soli 18 anni compiuti, dato che attira le sirene del Real Madrid di Florentino Perez che vede un futuro nel ragazzo e decide di portarlo alla Casa Blanca. Una volta giunto nella capitale spagnola, nonostante il ragazzo sia messo molto in ombra dalle altre stelle presenti nella squadra, risulta essere spesso decisivo, marcando ben 107 reti in 190 partite con le Merengues nei suoi 6 anni di attività col club.
Gli anni in azzurro: un record e tante emozioni
Nel 2013 però arriva la svolta della carriera: ADL, alla ricerca di un centravanti per il suo Napoli dopo l'addio di Cavani decide di puntare forte sull'argentino in uscita dal Real e di portarlo in Serie A, investendo ben 40M di euro per accaparrarselo. L'inizio non è dei migliori, col giocatore che rimedia un infortunio alla faccia durante le vacanze per un tuffo sugli scogli che gli costerà diversi punti di sutura e un grande spavento. Dopo questo primo avvicendamento con il nuovo ambiente però in campo cambia tutto: il numero 9 ci mette solamente due partite prima di segnare la sua prima rete con gli Azzurri contro il Chievo dopo essere rimasto a secco nella prima apparizione contro il Bologna. A fine stagione i numeri recitano 24 reti in 46 presenze con i partenopei, di cui indubbiamente è il capocannoniere stagionale.
Anche il secondo anno i numeri sono ottimi: 29 reti in 58 gare ma il finale di stagione è molto amaro. Infatti, nella gara decisiva per arrivare in Champions League, realizza una doppietta per raggiungere la Lazio da un doppio svantaggio ma calcia alle stelle il rigore del possibile 3-2, negandosi la tripletta e la possibilità di qualificazione alla massima competizione europea.
Sarà però nella terza stagione quella in cui entrerà nei cuoi di tutti i tifosi del Napoli: infatti nella stagione 2015/16 diventa capocannoniere della Serie A e infrange anche il record di reti massime in un solo campionato, con 36 messe a segno in 35 gare giocate, numeri mostruosi ma che comunque non consentono al Napoli di vincere lo scudetto. Ed è a questo punto che arriva il tradimento.
Arriva "O' core ingrato 2": il passaggio alla Juve
Come ben si sa, da sempre tra Napoli e Juve non scorre buon sangue. É proprio per questo motivo che durante l'estate 2016 si alza un grandissimo polverone: la Juve decide di pagare la clausola rescissoria del centravanti, versando 92 milioni nelle casse azzurre e accaparrandosi le sue prestazioni. Con la Juve i numeri sono sempre buoni ma risulta essere meno decisivo che col Napoli: in due anni metterà a segno 40 reti in 73 partite prima di essere ceduto prima al Milan e poi al Chelsea in prestito, dove non convince e viene rispedito alla Vecchia Signora dopo una stagione.
Nella successiva stagione l'argentino mette a segno 8 reti in 32 gare non convincendo più la dirigenza bianconera, fino a che nell'estate successiva arriva la rescissione consensuale e il suo addio all'Italia.
L'approdo negli States e l'avventura con l'Inter Miami
La stella argentina sbarca in MLS in condizioni fisiche davvero precarie in un atto che sembra essere agli occhi dei più molto più incentrato sui soldi che sull'effettiva volontà di giocare a calcio. Dal 2020 ad oggi ha messo a segno 27 reti in 65 gare con la squadra della Florida, un bottino tutto sommato discreto.
Fino allo scorso 3 ottobre nessuno sapeva e si immaginava nulla, col giocatore che però in conferenza stampa ha annunciato l'ora del suo ritiro a 35 anni.
Un altro pezzo di storia recente che decide di smettere, ricordandoci ancora una volta che il tempo passa per tutti.
Alessio Russo
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