Champions a rischio, Gravina minaccia l'esclusione dal campionato. E Pirlo si salva, ma la stagione dei bianconeri si sta trasformando in un incubo
Piove su Torino e sulla Juventus. E non è solo una questione meteorologica, con Ronaldo e compagni che continuano ad allenarsi alla Continassa sotto un diluvio incessante. Su tutto il mondo bianconero continuano ad addensarsi nuvoloni neri di cattivi presagi tra risultati sportivi e conseguenze post-Superlega, con le ultime parole di Gabriele Gravina ad alimentare la tempesta. “Le regole valgono per tutti, la Juve verrà esclusa dalla prossima Serie A se non si sarà ritirata dalla Superlega” ha dichiarato il numero uno della Federcalcio. E proprio oggi, nella cornice milanese di Palazzo Parigi, verrà affrontato il tema durante una riunione informale riservata ai club. I provvedimenti annunciati dall’Uefa e dal suo presidente Aleksander Ceferin hanno anche varcato i confini nazionali, con il presidente Andrea Agnelli che ora dovrà capire come muoversi per evitare clamorose sanzioni.
Avanti con Pirlo
Intanto, ha deciso quale sarà il futuro di Andrea Pirlo: salvo incredibili tracolli, il tecnico terminerà la stagione. Anche perché mancano soltanto quattro partite, tre giornate di campionato più la finalissima di Coppa Italia contro l’Atalanta, e cambiare in questo momento potrebbe addirittura rivelarsi controproducente. L’allenatore, però, per un momento ha tremato, perché lo 0-3 del Milan all’Allianz Stadium ha mandato su tutte le furie la dirigenza. E anche Lapo Elkann ha alzato la voce attraverso i social: “Vedere la Juventus così fa male al cuore. La storia e la maglia meritano più amore, rispetto, passione e professionalità. Svegliatevi tutti”. Ma niente ribaltone, con il tecnico che ha regolarmente diretto l’allenamento post-Milan, mentre l’inviato di “Striscia La Notizia”, Valerio Staffelli, aspettava fuori dai cancelli per consegnare il Tapiro d’Oro. E non c’è stato nemmeno alcun vertice societario, come hanno voluto sottolineare fonti vicine al club, ma soltanto l’invito a riscattarsi nelle poche gare che ancora mancano al termine della stagione più travagliata negli ultimi dieci anni. Già, perché era dal 2010/2011 con Gigi Delneri alla guida che la Juve non perdeva almeno tre gare casalinghe in serie a (all’epoca furono cinque), mentre è la prima volta nella storia che i bianconeri subiscono due umiliazioni per 0-3 nell’arco dello stesso campionato (ieri il Milan, a dicembre la Fiorentina). Così la rincorsa alla Champions League è diventata molto più difficile. “Non dipenderà più soltanto da noi” ha ammesso Pirlo dopo la disfatta contro i rossoneri.
Brividi finali
La Juve è adesso al quinto posto a una lunghezza dal Napoli e a tre dalla coppia Milan-Atalanta, ma con gli scontri diretti a sfavore contro le due lombarde e una differenza reti peggiore rispetto ai partenopei: questo vuol dire che, per guadagnarsi l’accesso tra le prime quattro, dovrà superare di un punto una diretta concorrente. Mercoledì la trasferta a Reggio Emilia contro il Sassuolo, sabato il ritorno di Conte e della sua Inter scudettata allo Stadium, il 19 la finale di coppa Italia contro Gasperini e domenica 23 l’ultimo atto a Bologna contro Mihajlovic: saranno i dodici giorni più lunghi di Pirlo e della Juventus. Il fallimento rischia di essere dietro l’angolo, Ronaldo e compagni si giocano la faccia: nessuno avrebbe potuto immaginare uno scenario peggiore per le ultime due settimane della stagione bianconera.
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Emanuele Pastorella
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