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Intervista speciale Pigliatutto
Venerdì 12 Novembre

Intervista speciale Pigliatutto

Pigliatutto e le sue "Bombette". La prima intervista all'uomo dietro Pigliatutto

 

Oggi siamo qui con Enrico, meglio conosciuto come Pigliatutto e per essere uno dei fondatori della pagina di Calciatori Brutti. In sua compagnia vediamo come riesce a gestire questo suo doppio impegno e di come sia stata la sua esperienza come tipster.

 

D: “Come hai avuto l’idea di creare la pagina?”

 

E: “Sin da quando ero piccolo andavo a giocare schedine nonostante l’età non me lo consentisse (ride). È una cosa che mi è sempre piaciuto fare, sempre senza esagerare. Col passare del tempo e con la creazione della pagina di Calciatori Brutti, della quale sono uno dei fondatori, essendo a contatto col mondo dello sport 24 ore su 24, ho deciso di creare Pigliatutto.”

 

D: “Tra tutti i tipster della compagnia direi che sei quello un po’ più simile a noi no?”

 

E: “A me oggettivamente piace scommettere, però non mi piace puntare migliaia di euro su una singola scommessa. Secondo me non ha senso mettere tanti soldi su una quota bassa e poi far vedere che ho vinto 1000 euro. Gioisci da solo perché lo sai che tra il tuo pubblico nessuno si è potuto permettere di scommettere quello che hai puntato tu. E il fatto che la gente poi mi venga a dire che le mie quote basse valgono meno di quelle dei tispter che puntano di più, mi fa arrabbiare. È come dire “pesa di più un chilo di ferro o un chilo di piuma”. Se la prendi, la prendi; è inutile vantarsi di aver vinto importi milionari. E puntando molto poi rischi di avere un effetto boomerang nella tua community, le persone che seguono non sempre sono capaci di gestire il proprio budget e quindi, se loro caricano come fai tu e alla fine perdi, ti ritrovi la chat intasata di gente che ti insulta e ti dice che le hai fatto buttare via uno stipendio. Penso che come tipster non bisogna mai dimenticarsi quello che è la nostra “audience”. Io non ho promosso e mai promuoverò un metodo del casinò perché sinceramente non ci capisco nulla, però non mi è molto piaciuto il fatto che in molti promuovessero questi metodi durante questo periodo cosi difficile (crisi coronavirus). Questa la vedo come una cosa più da ludopatici che altro, dato che non ci metti alcuna tua competenza, a differenza di quello che succede con gli sport. Se devo perdere, preferisco succeda su un evento sul quale ho almeno un minimo di influenza nello scegliere la giocata da fare, nonostante bisogna sempre ricordarsi che alla base di tutto c’è la fortuna.”

 

D: “Cosa credi ti differenzi dagli altri?”

 

E: “A me piace di me stesso che sono sempre onesto. Sono uno dei pochi che mette il resoconto di quello vinto e di quello perso. C’è gente che fa video quando vince e poi sparisce per mesi perché non prende niente. Io su instagram pubblico quello che piace a me, foto di statistiche o cose che mi divertono, senza fare proclami assurdi. E quando il calcio tornerà mi piacerebbe spostarmi su questo lato della statistica. 

 

perché penso che il tipster, più che dare una giocata da copiare, debba far notare allo scommettitore qualcosa che lui magari non noterebbe.


Infatti, quando gioco, cerco sempre di dare una motivazione, in primis per convincere me stesso e poi per far vedere alla gente che ha un senso quello che ho giocato.

Un’altra cosa che penso mi differenzi è che io mi attengo a parlare solo di cose di cui sono competente. Io sono un tipster e non un influencer, fornisco pronostici e basta, non mi metto a parlare di cose solo per ottenere “consensi” o per caricare la gente. Alla fine, penso che facendo così, si rischi solo di parlare a vanvera. Io non cerco di influenzare nessuno, la gente che mi segue lo deve fare perché ha piacere nel vedere le mie giocate, non per altro al di fuori di questo.”

 

D: “Come riesci a gestire l’impegno Pigliatutto e Calciatori brutti?”

 

E: “Io faccio tutto questo per passione perché sono davvero un malato di sport. Mi guarderei qualsiasi cosa, anche se sì, spesso sono costretto a sacrificarne alcune. Per Calciatori Brutti, che ormai è diventata una vera e propria azienda, alle 9.30 devo essere in ufficio, stare attento tutto il giorno alle notizie che escono, realizzare video… Ci sono alcuni giorni dove per forza di cose sono costretto a tralasciare un po’ una delle due pagine. E da Calciatori Brutti nell’ultimo periodo mi sto spostando abbastanza su Pigliatutto perché, non lo nego, grazie alle affiliazioni lo stipendio mensile può essere davvero molto buono. Alla fine, pure questo è un lavoro: stare 8-10 ore a studiarti e vedere le partite in un weekend comporta un dispendio di tempo e energie. Tante persone, soprattutto quelli un po’ avanti con l’età, non si rendono conto che per esempio quello del social media manager ormai è diventato un lavoro come tutti gli altri. Basta vedere questo periodo: senza l’online quasi nessuno avrebbe potuto portare avanti il proprio lavoro da casa. I competitors li ho per tutte e due le pagine, però fino ad ora mi sembra di aver svolto un buon lavoro per entrambe.”

 

D: “Da dove nasce la tua passione per lo sport?”

 

E: “Io ho iniziato a giocare a calcio a 6 anni e da li è nata la mia passione, grazie soprattutto a mio padre che mi ha sempre portato a giocare. Poi a 13 anni mi sono spostato a giocare fuori Torino e ho conosciuto Daniele (l’altro fondatore di Calciatori Brutti) con cui poi avrei creato questa pagina che ora conta più di 2 milioni di followers. Però devo dire che al giorno d’oggi la mia passione per lo sport è maggiore di quella che avevo da piccolo. Ormai seguo calcio da almeno 15 anni e proprio non riesco a smettere di farlo. Anche d’estate, quando non ci sono i top campionati, mi piace seguire il calciomercato e i campionati minori, è proprio un qualcosa a cui non riesco a dire no. Anche se alle volte ho bisogno di staccare la spina perché ormai con le pagine, anche guardare una partita tra amici è diventato un lavoro: uscirne con una schedina live o con un post su Calciatori Brutti è all’ordine del giorno. Anche se sicuramente, guardare sport rimane e rimarrà sempre il mio passatempo preferito.

 

E il fatto che molti tipster mi dicano che dopo aver scommesso non riescono a guardare la partita è una cosa che non capisco. Io gioco apposta per poterla guardare con ancora più interesse.

 

D: “Come ti è venuta in mente l’idea del progetto popolare?”

 

E: “Sinceramente l’ho creato per la concorrenza che c’era in giro. C’era stato un periodo dove, davvero, sembrava che tra i tipster ci fosse una gara a chi giocasse di più. Era diventata più una battaglia tra noi tipster che contro i bookmakers. E in quel momento mi è venuta in mente questa idea. Io che già la vivo male con gli share svegliandomi alle 8 del mattino per aspettare i risultati, mi immagino se giocassi 2000 euro su una singola partita come mi sentirei. E poi, in qualsiasi caso, preferisco vincere un raddoppio da 10 euro con 1000 persone che lo seguono piuttosto che una quota 10 da 1000 euro che vinci da solo. La cosa bella è vincere e vedere i messaggi di congratulazioni e di felicità di gente che ha vinto. Sono queste le cose che ti danno orgoglio e stima. E guardando pure l’altra faccia della medaglia, se dovessi sbagliare il pronostico, si andrebbe a perdere 10 euro, non migliaia. E oltre a questo principio che ho io nel betting, con il progetto volevo cercare di aiutare la gente a capire come gestire il proprio budget con lucidità e pazienza, senza rischiare di perdere tutto in una giornata negativa. In questo mondo è quasi più importante saper perdere che vincere. Riuscire a prendersi un momento di stop quando si è in negativo è fondamentale per non rischiare di andare in tilt e perdere tutto. Questa è la parte più difficile. E ugualmente dopo un momento positivo bisogna rendersi conto di quanto si è già guadagnato e non forzare troppo la mano.”

 

D: “E sei soddisfatto dei risultati dei primi mesi?”

 

E: “Diciamo di sì, anche se lo stop forzato dovuto al COVID ha rovinato un po’ i miei piani. Però gennaio devo dire che è stato molto positivo.

 

Partire con 20 euro e arrivare a fine mese con un positivo di 300 ha fatto piacere a molte persone.

 

In tanti mi hanno scritto ringraziandomi perché si sono potuti permettere una cena fuori piuttosto che altri sfizi. Queste sono tutte persone che hanno seguito sempre il metodo e hanno giocato le cifre consigliate da me, perché nonostante abbia creato questo gruppo appositamente per aiutare nella gestione del budget, continua ad esserci gente che si fa prendere e che perde tutto quanto. Io non ho la palla di vetro, chiaramente sbaglio e perdo, e sono il primo ad arrabbiarmi, però c’è gente che davvero non si sa controllare e che poi scarica tutta la sua rabbia su di te. Mi ricordo ancora di un periodo dove presi 21 live su 23 e ci fu gente che mi scrisse dicendomi che li avevo fatti perdere. Io più che scrivere quanto puntare e tenere i bilanci non posso fare, le persone devono capire che la cosa più importante di questo mondo è quella della gestione del budget: se si vincono 5 live in un giorno puntando sempre la stessa cifra, al sesto si può provare ad alzare un po’ il tiro, ma senza puntare tutto quello che si è guadagnato durante la giornata, sennò tutto il lavoro risulta inutile in caso di sconfitta. Bisogna essere consapevoli che se non si dispone di grandi cifre dal principio, i soldi arriveranno solo facendo piccoli passi alla volta e senza puntare tutto subito.”

 

D: “A parte il progetto popolare, nell’ultimo periodo hai iniziato a proporre giocate riguardanti categorie molto meno popolari: come mai questa scelta?”

 

E: “Mi è sempre piaciuto cercare di proporre delle giocate un po’ particolari, anche per aprire nuovi orizzonti alla gente e per far appassionare le persone a cose differenti. Anche perché se poi quella determinata giocata va in porto, rimani il tipster che è stato il primo a promuoverla. Però non bisogna mai farlo giusto per il gusto di giocare cose nuove, sennò si rischia di cadere nella ludopatia. In molti mi dicevano che era da ludopatici giocarsi il meteo e questo non lo posso negare se non si conosce la mia storia. Da ragazzo ho fatto aeronautica alle superiori e ho studiato meteorologia per 5 anni e ho amici e conoscenti che ora lavorano per grandi stazioni meteo, quindi super competenti in questo ambito. Se uno ha conoscenze su una cosa può giocarla, se invece lo si fa solo per tener viva la pagina, mi sembra stupido.”

 

 

D: “Oltre a queste tipologie di giocata differenti, ti distingui anche per proporre molte giocate su quelli che tu chiami campionati marci. Da dove nasce questa passione?”

 

E: “La passione è nata quando ero piccolino e giocavo a FIFA 2008. Il primo anno di “Io sono leggenda” andai a giocare al Tromso in Norvegia. Da lì, come intuibile, riuscii a vincere tutti i trofei individuali e di squadra possibili con questa squadra. Questo allo stesso tempo mi fece iniziare a seguire i campionati nordici e da lì nacque questa passione. Ad esempio, l’anno scorso, andai insieme ad un altro tipster a Stoccolma per vedere la partita dell’AIK. Nella mia collezione figurano tante di queste magliette “ignoranti”. E le giocate su questi campionati le propongo nella pagina perché è lì dove voglio far vedere le mie passioni.”

 

D: “E quale è il ricordo più ignorante che hai di una schedina giocata?”

 

E: “Penso che quello sia senza dubbio quando feci la mia prima giocata sullo share televisivo lo scorso Natale sul film “Una poltrona per due”. Mi taggarono davvero tantissime persone nelle stories di instagram scrivendomi che anche loro stavano guardando il film, che avevano acceso tutte le televisioni di casa sul quella trasmissione. Lì mi sono sentito davvero come se avessimo giocato tutti in famiglia. Ora giocare sullo share è diventata una cosa quasi normale, ma questo è uno dei momenti che ricorderò come dei più “ignoranti” della mia carriera da tipster.”

 

D: “Mentre invece quello più bello?”

 

E: “È difficile sceglierne uno perché ce ne sono tanti. Anche solamente il poter dire di essersi affermato devo ammettere che è davvero molto bello.

 

Quando ti ferma la gente per strada e ti dice che sei un genio per aver inventato un nuovo metodo o perché li hai fatti vincere, ti da una sensazione di approvazione e ti fa capire che stai andando nella direzione giusta.

 

Penso che la più grande vittoria per un tipster sia quella di avere la coscienza pulita, il poter evitare di nascondere qualcosa perché sai che quello che fai è alla luce del sole. Spesso succede che poi con le persone che mi riconoscono andiamo a giocare una schedina assieme. Molte volte la gente si fa una concezione sbagliata di te in base all’immagine che dai, però a me non importa apparire e crearmi un personaggio, quello che si vede sui social sono io anche nella vita reale.”

 

 

Grazie mille a Pigliatutto per la disponibilità!

Alessio
Betscanner

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