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Esclusiva: prima Intervista a Betserpa
Lunedì 16 Marzo

Esclusiva: prima Intervista a Betserpa

Esclusiva, la prima Intervista all'uomo oltrechè al tipster: Betserpa

 

OGNI GIOCO, SE FATTO CON LA TESTA E LA GIUSTA CONSAPEVOLEZZA, PUO’ PORTARE A GRANDI SODDISFAZIONI

 

Oggi siamo in compagnia di un ragazzo che, nonostante abbia iniziato tutto solo per gioco, ha dimostrato come anche le passioni possano diventare un lavoro.
Lui è Gaetano, meglio conosciuto al pubblico come BetSerpa e attraverso quest’intervista ci spiegherà come è stato il suo percorso nelle scommesse sportive e, soprattutto, cosa pensa del mondo del betting in generale.

 

D: “Iniziamo forse con la domanda più scontata di tutte: da dove nasce l’idea di creare questa pagina e del nome BetSerpa?

 

BetSerpa: “Guarda, nasce tutto un giorno del 2018 mentre ero in un centro commerciale con un mio amico. Stavamo parlando del fatto che su Instagram nell’ultimo periodo si vedessero un sacco di sponsorizzazioni di tipster che si chiamavano, o si facevano chiamare, con nomi di animali. E subito uscì l’opzione di poter aprire una pagina di scommesse nostra, dato che comunque entrambi già avevamo avuto esperienze nel mondo del betting. Per cui decidemmo di iniziare in coppia, ci mettemmo a tavolino e programmammo una scalata composta da soli raddoppi dove si andava ad investire ogni volta l’intera somma derivante dalla vittoria. Quella che oggi tutti definirebbero una scalata all-in per intenderci. Nella nostra testa l’obiettivo era quello di riuscire ad arrivare addirittura a cifre a 5 zeri. Pensavamo sul serio di potercela fare, però consapevoli del fatto che era tutto un gioco. Sul web decisi di chiamarmi BetSerpa appunto perché più di un tipster si faceva chiamare con il nome di un animale e anche per il mio amico che faceva sempre il verso del serpente in video. Tra l’altro, animale che proprio non mi piace (ride). A parte questo, tornando alla storia, dopo aver pubblicato i primi post su Instagram e giocato le prime schedine insieme, ci fu un boom perché riuscimmo a prendere 14-15 pronostici di fila tra raddoppi e multiple. Qualcosa davvero di inimmaginabile prima. E quindi proseguimmo con questo gioco che già non si poteva quasi più definire tale, dato che stava prendendo sempre più grandezza. Il numero dei followers, grazie anche ad alcune condivisioni, già era cresciuto a 3.000/4.000 dopo un mese, davvero qualcosa di insperato dato il piccolo lasso di tempo trascorso. Però, il mondo del betting si sa che regala gioie e dolori, infatti, dopo poco, anche a causa di qualche giocata persa di troppo, il mio amico decise di tirarsi fuori, visto che la nostra idea di scalata era fallita e il nostro budget azzerato. Io però, convinto che comunque mi potessi togliere soddisfazioni in questa maniera, continuai con la pagina nonostante non fosse affatto semplice gestire il tutto insieme all’università che mi toglieva un sacco di tempo ed energie. Mi ricordo ancora i giorni passati nella caffetteria scolastica studiando i pronostici e cercando di pubblicarli in tempo. Ma alla fine posso dire che questo “sacrificio” fu presto ripagato dato che mi entrarono alcune bombe da quota 400/500 che mi fecero svoltare ed iniziare ad essere sempre più conosciuto. Ed ora eccomi qua dopo quasi 3 anni con 45 mila seguaci. Per essere iniziato tutto come un gioco, direi che non c’è male.”

 

 

D: “Beh, direi proprio di no. Ma vedendo queste cifre, ti potresti definire influencer o preferiresti rimanere comunque solo tipster?

 

BetSerpa: “No, preferisco rimanere solo tipster. Se avessi qualcosa al di fuori delle scommesse da poter far conoscere, da valorizzare, potrei anche pensarci, ma al momento non ho altri temi da trattare a parte questo. La pagina mi ha cambiato veramente tanto, quindi comunque sono in un periodo di stabilizzazione per questa nuova vita. Sono consapevole del fatto che molta gente giovane mi segue e per questo cerco di dare un esempio più positivo possibile. Qualsiasi cosa che posto ha un peso, valuto sempre bene cosa rendere pubblico o no per evitare qualsiasi tipo di polemica si possa creare, anche se pubblicando immagini o video di discorsi attuali e dicendo la mia potrei riuscire a raggiungere un’audience ancora più grande. Ma alla fine dei conti preferisco la qualità alla quantità.”

 

D: “Scelta molto saggia. Ci puoi raccontare di come è cambiata la tua vita da quando, oltre a vivere la vita di Gaetano, vivi anche quella di BetSerpa?

 

BetSerpa: “Sicuramente ti devo dire che adesso è difficile switchare, passare da una “persona all’altra”. All’ inizio invece mi era molto facile. In questo momento, complice anche il trasferimento da un paesino di 500 abitanti ad una cittadina di quasi 40.000, la mia routine giornaliera è cambiata abbastanza. Avere molto tempo libero, uscire di più la sera e farsi vedere spesso e volentieri lì, in un posto dove tutti o comunque tante persone sanno chi sono, fa in modo che molti che non conosco mi vengano a parlare solo come BetSerpa. Alla fine, essendo un ragazzo, ci sta che il sabato sera voglia uscire con i miei amici e passare una bella serata con loro, ma spesso e volentieri ci sono momenti di disagio perché la gente che mi ha visto su Instagram, inizia a squadrarmi senza nemmeno salutare e questo non riesce a farmi essere me stesso, mi provoca una sensazione strana.

Quando invece esco dalla comfort zone (viaggi fuori regione o all’estero) questa situazione cambia, perché essendo una toccata e fuga, mi fa davvero molto piacere che ci siano fan che mi vengano a cercare anche solo per scambiare due chiacchere. È sempre bello quando un fan ti riconosce, sia chiaro, meno però quando inizia ad invadere la tua privacy.”

 

 

D: “Visto la gran visibilità e la pressione a cui si è esposti in questo mondo, qual è la caratteristica essenziale per poter essere tipster?”

 

BetSerpa: “Dico la personalità. Questa penso sia la caratteristica fondamentale per qualsiasi persona che voglia lavorare in un mondo del genere. È risaputo che più cresci con i numeri, più hai a che fare con pressioni differenti. È come per un calciatore che passa dalle giovanili alla prima squadra. Non hai più a che fare con la tua community composta da gente che riconosci e con cui ti puoi sentire quotidianamente. Quelli che c’erano all’inizio rimangono, però è difficile riuscire a stare al passo e trovare tempo per rispondere a tutti. Anche perché con l’aumento delle persone, aumenta anche il rischio di avere haters. E di questo ne sono consapevole. So esattamente chi mi segue, ripone in me la fiducia, e metaforicamente, mi affida i suoi soldi affinché glieli possa fare aumentare. Ma non è così facile, è tutto tranne che un mondo sicuro al 100%.

E a differenza di altri tipster, devo dire che io ho molta meno gente che spera che io fallisca. Forse anche grazie alla stima che sono riuscito ad ottenere in questi anni sul web.”

 

 

D: “Fino ad ora abbiamo principalmente parlato degli aspetti negativi e dei rischi di questo mondo e abbiamo visto che ce ne sono abbastanza. Quindi ribaltando il discorso, quale è la cosa invece che ti spinge a continuare e a non smettere?”

 

BetSerpa: “Qua la risposta è davvero semplice. Principalmente perché io amo il calcio. Non scommetto solo per il gusto di farlo, ma è stata una cosa automatica passare dal vedere le partite a quella di puntare dei soldi sui pronostici di queste.
È la passione che mi spinge avanti, non tanto i complimenti della gente. Quelli sono sempre apprezzati chiaramente, però le parole volano via con il vento. 
 


A rendermi più felice, piuttosto, è quella sensazione di aver dato qualcosa alle persone che mi seguono.

 


Mi ricordo ancora una volta che giocai una bolla su 3 goal special della notte e la vinsi senza averla pubblicata. Quelle che avevo vinto erano cifre enormi, però era ancora più grande la delusione di non aver potuto condividere la vincita con i miei followers. Queste sono le cose che mi fanno continuare a stare in questo mondo, la mia passione per il calcio e la possibilità di condividerla insieme a tutti quelli che mi seguono e mi apprezzano.”

 

 

D: “Mentre invece, a parte i possibili rapporti ostici con i fan, quale è la cosa che proprio odi di quello che hai creato?”

 

BetSerpa:Il dover giocare per forza. Nel senso, ora mi sento come obbligato, perché alla fine la gente vuole quello. Ci sono delle volte dove magari vorrei staccare la spina per una settimana, ma faccio davvero molta fatica perché mi pesa lasciare i fan senza pronostici. E mi pesa soprattutto perché quando non sei libero con la testa, magari riesci a cautelarti giocando poco, però nella maggior parte dei casi giochi male e perdi.

 

Se invece è proprio è un momento dove voglio andare down, disattivo le notifiche dei social e mi isolo dal mondo.


I followers per me rimangono sempre una delle cose più importanti che ho sia chiaro, con tanti sono diventato addirittura amico, non sono uno di quelli che non risponde o che si fa aiutare da assistenti; anche perché tanti mi scrivono dei loro problemi personali e non vorrei farli sapere a terze parti. Cerco sempre di fare tutto quello che posso, però ci sono delle volte dove sento proprio la necessità di mettere Gaetano come priorità, come è normale che sia alla mia età.”

 

 

D: “Beh, direi che alla fine tutte le persone hanno dei momenti dove si sentono meglio stando da soli. Ora, passiamo ad una analisi un po’ più generale del mondo del betting. Prendendoti come esempio, pensi che riusciresti a vivere solo di scommesse?

 

BetSerpa: “Dipende tutto da come si va mese per mese, non c’è un’entrata fissa mensile dato che le variabili di vincita e di perdita sono molte. Mentre invece quello che ti fa guadagnare molto sono le affiliazioni. Un tipster che ha molta influenza e molto seguito, grazie a queste ha delle entrate enormi. La cosa che non smetterò mai di dire è che comunque il betting è e deve rimanere sempre un gioco, quindi deve essere una cosa responsabile e di contorno.”

 

D: “A quanto pare però nel nostro paese la ludopatia è una vera e propria piaga sociale. Dai dati del 2018, l’Italia risulta essere lo stato europeo con più incassi provenienti dal gioco d’azzardo, con più di 10 miliardi annui. Lo sapevi?”

 

BetSerpa: “Non sapevo fossimo il primo stato d’Europa per incassi provenienti dal gioco d’azzardo, però bene o male mi aspettavo che le entrate fossero quelle. E si, questo è un problema, perché non sono altro che soldi buttati dalle persone che non riescono a prenderlo come un gioco; per questo penso che la figura del tipster debba essere anche educativa e non solo di divertimento e giocate. Se una persona vuole scommettere, deve essere consapevole del budget che ha a disposizione e imporsi un limite massimo di spesa che non può superare, prima di finire nei guai.”

 

 

D: “Sempre riguardo ai soldi buttati che spesso i meno competenti del settore fanno, come si possono riuscire ad identificare i truffatori?

 

BetSerpa: “Purtroppo in questo mondo ci sono un sacco di persone pronte ad approfittarsi dell’inesperienza delle persone per rubargli i soldi. Non esiste nessuna persona affidabile che ti vende il risultato esatto di una partita combinata e neppure indovini che chiedono 200 euro per una giocata prima di sparire nel nulla. Sono tutte truffe. E nel mondo del web, anche parlando in generale, bisogna sempre stare attenti perché ne è pieno.

Oltre a queste persone poco raccomandabili, che possono essere addirittura gruppi, ci sono anche altri tipster che continuano a far fotomontaggi sulle schedine, scelta che alla fine spetta a loro. Per me far vedere importi grandi solo per poi farli apparire nei bilanci è sbagliato, bisognerebbe cercare di essere più trasparenti possibili sotto questo aspetto. Non sono contro le pubblicazioni delle giocate senza importi di scommessa, perché chiaramente ci sono alcuni tipster che non vogliono far sapere né importi scommessi né possibili vincite, per cui credo questo non sia un problema per nessuno, però non possono altri prendere in giro le persone facendo prenotazioni di giocate da 10.000 euro ad esempio.”

 

D: “Tornando sull’argomento, può il divieto di pubblicizzare il gioco d’azzardo, come scritto del Decreto dignità promulgato da Di Maio sul finire dell’anno scorso, dare una mano al controllo della dipendenza patologica?”

 

BetSerpa: “La verità è che ha creato tanta paura e confusione a noi addetti ai lavori, ma non ha fatto altro che questo. Ha inoltre fatto perdere un sacco di soldi alle squadre di Serie A, prima di sparire completamente nel nulla. Per fare un esempio: io nella mia biografia di Instagram avevo la parola vincente, e a causa di questo decreto, un book mi disse che era meglio toglierla per evitare qualsiasi tipo di problema. Oltre chiaramente a dover rimuovere tutti i post delle giocate fatte in precedenza. Questo non è aiutare a far diminuire la ludopatia, ma un passo per aumentare la disinformazione.”

 

D: “Come si può distinguere uno scommettitore normale da una persona che soffre di questa dipendenza patologica?”

 

BetSerpa: “E’ facile. Quando una persona non gioca più perché gli piace, perché gli da un brivido “innocente”, ma inizia a provare ansia e paura, vuol dire che si sta cadendo nella ludopatia. E questo succede perché sta giocando più di quanto si può permettere realmente. Quando si arriva a questo punto bisogna chiedere aiuto, il confronto con una persona che non gioca ti può far capire se stai facendo realmente qualcosa di sbagliato. Alla fine in questo mondo la gestione del bankroll (divisione del budget per le diverse scommesse) è il pilastro di tutto, se non si riesce a fare questo, tutto il sistema cade.”

 

D: “Chiaramente senza un metodo preciso, come nella maggior parte delle cose, i risultati non arrivano. Ma come è la tua giornata tipo da tipster in una giornata come può essere quella di Champions o di un weekend?”

 

BetSerpa: “Allora, sveglia presto e colazione solitamente al bar insieme ad altri amici tipster. Questo significa uno studio individuale delle partite, ma anche una possibilità di scambio di opinioni. Poi guardo molte statistiche. E alla fine le scelte. Le statistiche stanno lì, sono le scelte sono quelle che ti fanno vincere o perdere. Una volta pubblicato il tutto guardo le partite e poi la sera, o si esce a stappare qualche bottiglia, oppure per dimenticare (ride).”

 

 

D: “Per concludere il cerchio, tutto quello che hai creato è iniziato da zero circa 3 anni fa. Ma quanto ti vedi ancora a fare questo lavoro?”

 

BetSerpa: “La verità è che non lo so. Penso e spero di poterlo fare ancora per 3/5 anni, poi vorrei riuscire a costruire qualcosa d’altro sempre nell’ambito del betting. Qualcosa di diverso. Qualcosa dove io sarei dietro le quinte e non più in prima persona. Ad esempio, creare una mia società con ragazzi più giovani per provare a farli crescere ed avere più followers, mi piacerebbe fondare una cosa di questo genere, una cosa che potrebbe permettermi anche di avere un po’ più di tempo per me stesso.”



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Grazie mille a BetSerpa per la disponibilità!

Alessio Russo
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