Altra delusione per Berrettini: dove è finito

Tanti infortuni e poca continuità: le Finals ora sembrano un miraggio per il romano

Matteo Berrettini è ormai diventato a tutti gli effetti insieme a Sinner il massimo referente del tennis italiano, dopo essersi fatto conoscere ai più grazie alla finale di Wimbledon raggiunta lo scorso anno poi persa contro l'imbattibile Nole Djokovic in 4 set. Da quel momento però i troppi infortuni non gli hanno permesso di ritrovare il ritmo, costringendolo sicuramente ad avere più delusioni che gioie sul campo da tennis. 

Il ragazzo romano, ribattezzato da tanti suoi colleghi e addetti ai lavori come "The italian hammer" aveva ovviamente come obbiettivo primario quello di qualificarsi alle Masters Finals di questo fine anno, che si disputeranno a Torino, in una competizione casalinga che su cemento indoor sicuramente avrebbe giovato a Matteo, dopo la grandissima delusione dello scorso anno dovuta al ritiro a causa di uno strappo addominale nella partita contro il tedesco Alexander Zverev. 

Nulla di così grave se non tantissima delusione per l'impossibilità di partecipare all'evento casalingo tanto agognato durante tutto l'anno. Preparazione di gennaio in ordine però per Matteo, che torna a calcare il campo nel mese di gennaio riuscendo a raggiungere la semifinale dell'Australian Open poi persa contro lo spagnolo Rafa Nadal. 

Dopo un mese di pausa post torneo, Matteo decide di tornare in campo ma nel match di Acapulco giocato contro Tommy Paul qualcosa ancora non va: Matteo è costretto al ritiro, dovendo stare lontano dai campi per un altro mese. Rientro a Indian Wells dove l'italiano supera i primi due turni contro Rune e Harris: nell'incontro del terzo turno però qualcosa non va: dopo la partita persa contro Keckmanovic, Matteo si sta preparando per l'esordio al Miami Open ma durante l'allenamento avverte una fitta al polso durante una volée di rovescio. L'operazione è inevitabile per tornare a poter rendere al meglio e l'azzurro perde tutta la parte di stagione sulla terra dove, comunque, nonostante il suo stile di gioco non si adatti perfettamente, aveva ottenuto buoni risultati come la finale a Madrid e la vittoria del 250 di Belgrado. Un momento duro per il ragazzo romano, che non riesce a trovare certezze dopo lo splendido 2021 giocato. 

Tanta pazienza e dura riabilitazione in palestra fino a che, ad inizio giugno dopo quasi 3 mesi di stop, l'azzurro inizia da Stoccarda la stagione su erba, la superficie che meglio si addice al suo gioco. Manco a dirlo e dopo due primi turni un po' di sofferenza, l'azzurro si porta a casa il trofeo, facendo poi addirittura il bis la settimana successiva nella prestigiosissima cornice del Queen's, vincendo il titolo per il secondo anno consecutivo. 

Quando tutto sembrava tornare a sorridere, con l'italiano atteso come uno dei grandissimi protagonisti a Wimbledon date anche le assenze eccellenti dei russi Medvedev e Rublev e anche del tedesco Zverev infortunato, alla vigilia della partita Matteo con un post sui social, dichiara il suo ritiro dall'evento a causa del Covid-19. Altro appuntamento importante saltato obbligatoriamente, con il ventiseienne che ritorna a fine luglio a Gstaad, perdendo la finale sulla terra rossa contro il norvegese Casper Ruud.

Da quella finale persa però Matteo sembra non riuscire a ritrovarsi più: prima la brutta sconfitta contro Carreno Busta a Montreal e successivamente quella di ieri contro Tiafoe al primo turno di Cincinnati non permettono all'azzurro di sommare punti utili in questi Masters 1000, rimanendo così ancorato al 13esimo posto della Race to Turin, il vero grande obbiettivo della stagione. 

A pochi mesi dalla fine della stagione, però con uno slam ancora da giocare, l'azzurro, che sicuramente è dotato di meno talento rispetto a tanti suoi colleghi ma che si distacca per lavoro e abnegazione, ci proverà fino in fondo, per ottenere una gioia alla fine di un anno che l'ha visto troppo volte dover rimanere fuori. 

Alessio Russo

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