L'ARMA SEGRETA DI GARETH SOUTHGATE
L’ultimo titolo internazionale è datato 1966. Da lì in poi il nulla cosmico. Per l’ennesima volta, l’Inghilterra è pronta a prendere parte a una competizione dalla quale, molto probabilmente, non uscirà vincitrice. Gli stessi tifosi inglesi sono soliti ripetere: “La vittoria finale dell’Inghilterra è quotata 19? Bene, questo vuol dire che se tu scommetti 5 euro, perdi 5 euro”.
L’humor e la grande abilità nel non prendersi troppo sul serio sono stati forse gli unici fattori in grado di non far perdere le speranze a tutte quelle migliaia di tifosi che in tutti questi anni hanno sempre seguito in massa la loro nazionale e hanno sempre sperato che, per una volta, anche il destino fosse dalla loro parte.
A differenza di tutti i vecchi CT però, Gareth Southgate ha dalla sua un vantaggio non indifferente, ovvero quello di aver carpito il reale handicap della sua squadra. Come del resto dichiarato pubblicamente da vecchie glorie del calcio inglese e mondiale come Gerrard, Lampard, Rio Ferdinand e Wayne Rooney, la nazionale inglese non è mai riuscita a fare il salto di qualità per colpa delle rivalità interne.
Il pathos, l’agonismo, l’orgoglio e l’appartenenza con la quale alcuni di questi fenomeni giocavano con i loro club impediva loro di essere solidali con i compagni durante i periodi di sosta con la nazionale. Come avrebbe potuto Rio Ferdinand, bandiera e idolo dei tifosi del Manchester United, andare d’amore e d’accordo con Gerrard, bandiera e icona dei tifosi del Liverpool, dopo averlo agonisticamente odiato, insultato e preso a calci per i 9 mesi precedenti? A livello di spogliatoio queste micro rivalità facevano sì che il gruppo non fosse mai veramente coeso e che quindi, sul campo, i risultati tardassero ad arrivare.
Southgate, però, questa volta si è mosso in anticipo.
“Sono sicuro che i ragazzi ascolteranno i miei consigli e che nessun tipo di rivalità metterà a rischio la stabilità dell’ambiente e i rapporti personali tra i singoli. Lavoriamo da tempo per rinsaldare la fiducia l’uno nell’altro e sono certo che tutti quanti, dal primo all’ultimo, hanno recepito il mio messaggio”.
Una presa posizione forte e chiara, che non può e non deve essere fraintesa dai giocatori che hanno avuto la fortuna di volare in Russia per giocarsi il Mondiale. L’Inghilterra è quindi pronta ad affrontare il primo ostacolo verso la finale di Mosca del 15 luglio. Se neanche i componenti di questa spedizione, che appartengono alla nuova generazione, riusciranno a mettere da parte le rivalità personali e capire che il segreto per il successo è l’unione, allora davvero veder vincere nuovamente un trofeo per l’Inghilterra diventerà molto di più di una semplice utopia. Del resto, come fai a deludere tutti quelli che in quel “Inghilterra Vincente Mondiale - 19,00” ci hanno visto l’occasione della vita?
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