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NBA, Pacific Division di fuoco: pronti a farvi stupire da Sacramento?
In decenni di storia NBA, raramente, e forse mai, si sono viste Division così competitive come l’attuale Pacific Division. Su cinque franchigie, nessuna “Cenerentola” e tutte potenzialmente da Playoffs (non da comprimarie), pronte a rubarsi vittorie tra loro (sono quattro gli incontri stagionali previsti contro le squadre della stessa Division). Per rendere l’idea, la Pacific Division è composta da:
I Los Angeles Lakers di LeBron James ed Anthony Davis
I Phoenix Suns di Kevin Durant, Devin Booker e Bradley Beal
I Los Angeles Clippers di Kawhi Leonard, Paul George e James Harden
I Golden State Warriors di Stephen Curry, Klay Thompson e Draymond Green
I Sacramento Kings di De’Aaron Fox e Domantas Sabonis
Viene da sé che prevedere l’andamento della stagione ed individuare quale di queste possa vincere il maggior numero di partite sia un compito complicato, ma proprio per questo le quote che troviamo sono molto invitanti. E la prima frazione di Regular Season ci ha consegnato degli indizi interessanti.
I PROBLEMI DI LAKERS, SUNS, WARRIORS E CLIPPERS
Quando parliamo di Lakers, Suns, Warriors e Clippers, parliamo di quattro squadre che hanno le carte in regola per terminare la stagione con la conquista del Larry O’Brien Trophy. Tuttavia, in ottica Regular Season, con 82 partite da giocare in un periodo di tempo relativamente limitato, tutte e quattro evidenziano più di qualche difetto.
A partire dagli Warriors, che hanno un record di 6 vittorie e 8 sconfitte e sembrano già in difficoltà. D’altronde, gli interpreti principali a roster sono avanti con l’età (Curry 35 anni, Green 33, Thompson 33 e in netto calo), e il cast di supporto sta facendo enorme fatica a fornire un sufficiente apporto in termini di scoring, con un Andrew Wiggins (eroe del titolo vinto nel 2022) quasi irriconoscibile sia per produzione che per efficienza al tiro (22% da tre, 47% di True Shooting). Golden State ha il 15esimo miglior attacco con 113 punti segnati su 100 possessi (I Philadelphia 76ers, primi, sono a quota 122): a queste condizioni, abitare le primissime posizioni della Western Conference è un’utopia.
I Clippers, invece, sono appena usciti da una striscia di sei sconfitte consecutive, e potrebbero essere in leggera ripresa nelle prossime settimane, ma i dubbi rimangono: Kawhi Leonard, per i soliti acciacchi fisici sempre dietro l’angolo, non può permettersi di ingranare tutte le marce durante la stagione regolare; e verosimilmente l’ambientamento di James Harden ruberà loro ancora un po’ di tempo, a dispetto della percentuale di vittorie. Strutturalmente, la squadra di coach Tyronn Lue non è costruita per correre e giocare a ritmo alto, ed è infatti ultima (per distacco) per efficienza in transizione, e nella pallacanestro tipica della Regular Season questa è un’enorme mancanza.
Per Suns e Lakers il discorso è leggermente diverso, per via del record di vittorie positivo e per il rendimento complessivo, ma l’obiettivo di entrambe potrebbe essere quello di attivare una sorta di pilota automatico per arrivare ai Playoffs senza troppe turbolenze, non potendosi permettere di dare il 100% in ogni partita nella rincorsa ai primissimi seed.
Il motivo? Phoenix è ancora vittima di infortuni alle proprie stelle, che ancora non sono scese in campo tutte e tre insieme in stagione, e non ha un roster sufficientemente profondo per coprire molteplici assenze, obbligando Kevin Durant agli straordinari. Situazione non troppo dissimile a Los Angeles, dove un LeBron James da 26.4 punti e 6.5 assist di media con il 67% di True Shooting sta tenendo in linea di galleggiamento i compagni, che stanno avendo a lunghi tratti un rendimento deludente; la cattiva notizia è che la sua carta d’identità dice 38 anni, e le partite da disputare sono ancora 69.
I SACRAMENTO KINGS, LA SQUADRA PERFETTA PER LA REGULAR SEASON
Il formato della stagione regolare, specialmente negli ultimi anni, sembra premiare sempre più frequentemente un prototipo specifico di squadra: giovane, profonda, con un sistema di gioco collaudato ed eseguito a ritmo alto. È stato il caso dei Memphis Grizzlies, e l’anno scorso dei Sacramento Kings, che hanno terminato al terzo posto della Western Conference. Ora sono già a quota 8 vittorie in 12 partite, con una sola sconfitta subita con De’Aaron Fox sul parquet.
A proposito di Fox, il numero 5 sta confermando il suo status da superstar in evoluzione, registrando 31.9 punti e 6.1 assist di media con il 62% di True Shooting. Con lui in campo, i Kings hanno un Net Rating pari a +10.9 (92esimo percentile) e producono circa 123 punti su 100 possessi (92esimo percentile). Ma il bello di Sacramento è che non si ferma alla sua principale bocca di fuoco.
Ci sono Domantas Sabonis, Malik Monk, un Keegan Murray sempre più coinvolto e a suo agio, Kevin Huerter, Harrison Barnes e Chris Duarte. È un attacco che propone una marea di minacce agli avversari, attraverso i movimenti di palla e uomini perfettamente architettati da coach Mike Brown; e un attacco che produce regolarmente alte percentuali al tiro da fuori. Tutto ciò è l’ideale in Regular Season per ottenere il massimo possibile contro le difese talvolta disattente.
Insomma, nonostante lo “star power” inferiore rispetto alle concorrenti, i Kings hanno la concreta possibilità di vincere la Pacific Division per il secondo anno di fila.
IL PRONOSTICO
La notizia più bella: nonostante tutto ciò che abbiamo scritto, i risultati dello scorso anno e l’ottimo inizio di stagione, i bookmakers ci propongono ancora quote piuttosto alte sui Sacramento Kings vincitori della Pacific Division.
Forti dei dati di Sacramento e delle potenziali difficoltà delle altre, andremo quindi a giocarla su Sisal, sperando di gridare “Light the Beam” a fine stagione.
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