Nba. Analisi e pronostico vincente Eastern Conference

Le favorite a est dopo la trade-Lillard

La questione più chiacchierata dell’estate NBA è giunta al termine: Damian Lillard ha lasciato i Portland Trail Blazers dopo 11 stagioni da fedelissimo, e lo ha fatto in direzione Mi…lwaukee Bucks. A restare beffati sono i Miami Heat, meta preferita dalla superstar, incapaci di mettere insieme un pacchetto più attraente di quello ottenuto alla fine da Joe Cronin; beffati doppiamente, considerato che Jrue Holiday, reso disponibile dai Blazers dopo lo scambio con i Bucks, è andato a finire ai Boston Celtics, nonostante i rumors di un possibile approdo in Florida. Due importantissimi movimenti, entrambi a est, che non renderanno certo tranquilli Pat Riley e la dirigenza Heat.

E, in una Eastern Conference totalmente ridimensionata, non va dimenticata un’altra vicenda maggiore in una squadra di punta. James Harden non si è presentato ieri al media day dei Philadelphia 76ers, nel tentativo di spingere ulteriormente per uno scambio, a seguito della rottura con Daryl Morey. Per il giocatore arriverà una multa, ma nulla di equiparabile a quello che andrebbero a perdere i Sixers in campo senza il loro secondo miglior giocatore e playmaker titolare. Secondo Wojnarowski, una trade con i Clippers non sembra essere nei paraggi, pertanto la questione rischierà di prolungarsi fino all’inizio della stagione, mettendo in crisi un ambiente già non privo di incertezze dopo i passati Playoffs fallimentari.

Il panorama che si prospetta, insomma, è quello di una Conference con due delle quattro squadre di punta migliorate, o comunque ridimensionate in modo da non perdere il passo rispetto alle concorrenti, e altre due reduci da un’estate deludente, se non negativa.

In attesa della prima palla a due del 24 ottobre, cerchiamo di capire quale sarà la favorita per uscire vincente dalla sponda più orientale del mondo NBA.

Milwaukee Bucks

L’aggiunta di Damian Lillard è perfettamente complementare a Giannis Antetokounmpo, in campo e fuori. Fuori, perché il nazionale greco non ha ancora rinnovato il proprio contratto e sembra tutt’ora intenzionato a temporeggiare, in attesa di vedere i risultati di squadra e valutare l’impegno e la dedizione dei compagni nei confronti della vittoria del titolo ai prossimi Playoffs. Dame non può che essere un partner perfetto per un giocatore con questo tipo di mentalità, trattandosi di un veterano desiderosissimo di competere sin dai suoi primi passi nella Lega, ma mai circondato da un contesto abbastanza valido per aiutarlo a compiere lo step successivo.

Sul parquet, invece, se ne vanno sì due ottimi difensori sugli esterni come (soprattutto) Jrue Holiday e Grayson Allen, ma arriva un attaccante capace di creare vantaggio palla in mano in ogni momento, che potrebbe rivelarsi ancora più efficace e mortifero per le difese avversarie se coadiuvato ai blocchi o ai tagli di Antetokounmpo. Quest’ultimo sarà dunque scaricato di varie responsabilità palla in mano, e potrà agire a piacimento da lungo, in maniera dinamica o ricevendo in area spalle a canestro, circondato da giocatori non battezzabili e soprattutto da una minaccia altrettanto impegnativa per le difese avversarie come Lillard.

I presupposti per fare bene e, soprattutto, meglio dello scorso anno ci sono tutti. Sarà Dame Time?

Boston Celtics

L’aggiunta di Jrue Holiday arriva al prezzo di Malcolm Brogdon e soprattutto Robert Williams III. L’upgrade nel ruolo di point guard, considerando anche la partenza di Marcus Smart, si fa adesso piuttosto evidente, ma non risolve completamente i problemi in ambito Playoffs.

Holiday è forse un difensore ancora migliore di Smart sugli esterni e sulla maggior minaccia avversaria palla in mano, nonché un miglior playmaker e attaccante più completo, ma tende ad avere una selezione di tiro non ottimale quando è costretto a maggiori responsabilità del solito, come successo a Milwaukee quando Middleton era assente o a mezzo servizio. Inoltre, per quanto sia ordinato come playmaker, non è quel facilitatore di alto livello utile per innescare al meglio i Jays, sebbene sia senza dubbio un upgrade rispetto al suo predecessore.

Inoltre, a far storcere il naso c’è anche la partenza di Robert Williams III in direzione Portland, che accorcia ancor di più il reparto lunghi, specialmente in ottica Playoffs, quando i soli a poter ruotare saranno Al Horford (un highlander, ma comunque 37enne) e Kristaps Porzingis, non proprio una certezza in termini di integrità fisica.

I miglioramenti nel quintetto titolare sono insomma evidenti, ma i giocatori capaci di dare minuti di qualità ai Playoffs si prospettano al momento troppo pochi, includendo ovviamente Derrick White dalla panchina come sesto uomo. Vedremo se arriverà qualche altra mossa entro la trade deadline o pescando dal mercato dei free agent.

Philadelphia 76ers

Partiamo dal presupposto che, quando si ha un MVP in squadra, va sempre accontentato, facendo il possibile per costruirgli attorno un contesto competitivo. Daryl Morey sembrava esserci riuscito nella passata stagione, convincendo Harden anche a diminuire il proprio stipendio per firmare un veterano di livello come PJ Tucker. Purtroppo per i Sixers, è bastata un’estate a mandare tutto a rotoli.

Dopo che anche l’opportunità di arrivare a Jrue Holiday è sfumata, a Philadelphia è di nuovo tutto fermo, e Joel Embiid non ne sarà affatto contento. Prima Ben Simmons, adesso James Harden in rotta con i Philadelphia.

Risulta anche difficile dare un’opinione sulla squadra fino a quando Harden non verrà scambiato, se verrà scambiato. Fatto sta che si prospettano tempi duri per i Sixers, e l’aggiunta di Kelly Oubre Jr. o il cambio di allenatore, da Doc Rivers a Nick Nurse, non sono sufficienti ad alleviare la delusione dell’ennesima estate infernale nella città dell’amore fraterno, che solo un ritorno adeguato per il Barba potrebbe riscattare.

Miami Heat

Jimmy Butler si è presentato al media day con la solita pettinatura peculiare, questa volta in versione “emo”. Al di là della gag, il racconto delle sue emozioni ha fatto riferimento a momenti di eccitazione nell’ultima settimana, sempre seguiti da rabbia o delusione. Per quanto parte del personaggio, non si può non trovare un riferimento prima alla trade di Lillard, poi a quella di Jrue Holiday, che hanno lasciato Miami a bocca asciutta.

Senza Gabe Vincent e Max Strus, anche contando sulle aggiunte di Josh Richardson e Jaime Jaquez Jr., o su un salto di qualità di Nikola Jovic, gli Heat rischiano di presentarsi come la più indebolita fra le squadre di punta. A meno che non si palesi l’occasione per arrivare a un’altra stella scontenta entro la deadline di febbraio, in Florida si dovrà sperare su un altro miracolo di Jimmy Butler e del solito Erik Spoelstra.

I Suggerimenti

I deputati ad arrivare a vincere la Eastern Conference, approdando alle Finals, potrebbero essere dunque i Bucks. Boston è corta e rischia di trovarsi ad affrontare problemi di infortuni, mentre la questione Harden lascia grossi interrogativi su Philadelphia e i Miami Heat sembrano tutto fuorché migliorati.

Per non parlare del fatto che i rinnovi di Middleton e Lopez, la conferma di Crowder o l’aggiunta di Malik Beasley rendono Milwaukee la più attrezzata per far fronte anche a imprevisti, come infortuni, sia in stagione, sia ai Playoffs. Vi suggeriamo quindi di puntare sulla quota offerta da Sisal per la vittoria della Eastern Conference: Milwaukee Bucks a 2.50!

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