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Analisi + pronostico: Sacramento Kings vs Miami Heat
Lunedì 26 Febbraio

Analisi + pronostico: Sacramento Kings vs Miami Heat

Nba Night: Sacramento Kings vs Miami Heat

 

In una nottata NBA piuttosto scarica, la sfida fra Sacramento Kings e Miami Heat potrebbe rivelarsi la sola a garantire spettacolo. Entrambe le squadre sono in una posizione di classifica estremamente simile dopo i primi due terzi di stagione, con un record al di sotto delle aspettative di inizio anno: 33 vittorie e 23 sconfitte per i californiani, 5° a ovest; 31 vittorie e 25 sconfitte per i Miami Heat, 7° a est.

 

L’importanza di questo parallelismo non ha valore puramente estetico, ma presuppone una condizione fondamentale: entrambe le squadre hanno assolutamente bisogno di vincere. La zona Play-In va dal settimo al decimo posto (inclusi), e giocarsi la possibilità di partecipare ai Playoffs sulla gara secca non garantisce certezze di alcun tipo. Affrontare potenzialmente squadre come Warriors, Lakers, Suns, Pelicans o Mavs, da un lato, Bulls, Hawks, Pacers, Magic o 76ers, dall’altro, significherebbe presentarsi a una sfida decisiva per l’esito della stagione partendo quasi alla pari, se non sfavoriti. Per non parlare del fatto che qualche sconfitta di troppo potrebbe condannare alla nona o decima posizione, che richiederebbero non una, ma ben due vittorie per qualificarsi ai Playoffs. In poche parole, né Kings né Heat hanno margine di errore a meno di 30 partite dal termine della Regular Season.

 

Kings in back-to-back

 

Sacramento ha un record stagionale di 4 vittorie e 4 sconfitte nelle seconde notti di un back-to-back, aspetto da non sottovalutare, ma che merita di essere approfondito. Il record assoluto della squadra in casa, infatti, è positivo, il 12esimo NBA, con 16 vittorie e 9 insuccessi; pertanto, il Golden 1 Center contribuirà a fornire energie extra, incoraggiando i propri beniamini di ritorno dalla vittoria di ieri notte a Los Angeles. Inoltre, la tendenza recente dei Kings è quella a vincere gli scontri in back-to-back, con 4 vittorie su 4 da gennaio, anche contro avversari non proprio comodi come Magic, Bulls e soprattutto Nuggets.

 

I ragazzi allenati da coach Mike Brown giocano una pallacanestro collettiva, certamente valorizzata dalle stelle a roster ma non in tutto e per tutto dipendente da esse. De’Aaron Fox, il solo creator palla in mano di livello elitario a roster, ha una usage% molto alta (32.2%, 88esimo percentile), ma non monopolizza la manovra offensiva con isolamenti statici e poco inclusivi per i compagni. Anzi, la presenza di Domantas Sabonis a roster, autore sin qui di una stagione (ingiustamente non premiata) da All-Star, è molto complementare alla sua, soprattutto nella metà campo offensiva. Gli hand-off o i pick&roll fra i due restano non solo letali in quanto soluzioni efficienti a livello individuale, ma contribuiscono a coinvolgere il resto della squadra, mettendo in ritmo tiratori del calibro di Kevin Huerter o Keegan Murray, liberati con set appositi. Per non parlare del fatto che anche un sesto uomo del calibro di Malik Monk può solo che beneficiare della presenza del lungo lituano. Non è un caso che, nonostante una stagione finora sottotono, il rendimento offensivo sia ancora positivo, con il 13esimo offensive rating (117.8 punti per 100 possessi).

 

La vera debolezza si scorge nella metà campo difensiva, dove la squadra è senza mezzi termini fra le peggiori in NBA (117.9 defensive rating, 21esima), problema irrisolto dallo scorso anno e senza troppi margini di miglioramento, che contribuisce a un net rating (differenza fra produzione offensiva e difensiva) addirittura negativo, a -0.1.

 

Miami è troppo corta

 

Giusto per rendere l’idea, questa è attualmente la situazione drammatica degli Heat:

 

  • Infortunati: Dru Smith è fuori da inizio stagione, mentre Josh Richardson, anche lui alla quarta assenza consecutiva, perderà la sua 14esima gara stagionale;
  • Indisponibili: Jimmy Butler, che ha giocato solo 38 partite in stagione e di ritorno da un’assenza di 3 gare prima della ripresa post All-Star Break, sarà squalificato assieme a Thomas Bryant e Nikola Jovic per la rissa avvenuta sabato notte contro New Orleans;
  • In dubbio: Tyler Herro, che ha già perso 20 gare sulle 56 stagionali, fra le quali vanno menzionate le 18 consecutive fra 11 novembre e 16 dicembre per infortunio, si è sottoposto a una risonanza magnetica preventiva; Terry Rozier, arrivato in data 24 gennaio via trade e che ha fatto in tempo a giocare 10 gare prima di infortunarsi al ginocchio, sta recuperando ma rischia di perdere la quarta gara di fila;

 

Se non fosse chiaro, non è affatto facile fare pronostici sui Miami Heat, apparentemente ai ferri corti ma che si reggono da inizio stagione sui pilastri Erik Spoelstra e Bam Adebayo, MVP della squadra per distacco finora. Unica altra nota davvero lieta, oltre al rookie Jaime Jaquez Jr., il rendimento di Duncan Robinson, reduce da due anni di costante calo e ritornato sui livelli a cui ci aveva abituati nella Bubble e nella stagione immediatamente successiva. Il super tiratore di Miami è inoltre coinvolto molto più palla in mano nell’attacco di squadra, e in questo caso i dati sono clamorosi: 15.6 assist%, 79esimo percentile fra i pari ruolo, quando nel resto della carriera non è mai andato oltre il 44esimo; usage schizzato al 18.6%, 71esimo percentile, di gran lunga il massimo in carriera dopo il 52esimo del 2021/22; il 12% dei suoi possessi finisce infine con una palla persa, numero sì negativo, ma figlio dell’aumento del coinvolgimento nell’attacco – finora la massima turnver% stagionale era arrivata a 11.0, 52esimo percentile, con altri 2 anni al 61esimo e 2 sopra l’80esimo. In parole povere, carico molto più elevato, che si trasla in un aumento dei possessi che si concludono con un assist o una palla persa, comportamento in campo che supera il concetto di tiratore puro visto negli anni passati.

 

Guardando invece al rendimento di squadra, la situazione è capovolta rispetto a quella di Sacramento: fatica immane a mettere punti a referto, come dimostra la 23esima posizione fra gli attacchi NBA (114.2 offensive rating), ma usuale solidità nella propria metà campo, con la decima miglior difesa della Lega (114.4 defensive rating). Come se non bastasse, inoltre, Miami ha il 9° miglior rendimento in trasferta, con un record di 16 vittorie e 12 sconfitte, ennesimo incastro che allinea le due squadre, visto il rendimento positivo in casa dei Kings. Il net rating negativo di -0.2 di Miami è infine l’ennesimo manifesto dell’equilibrio assoluto con Sacramento, posizionata subito sopra a -0.1, dato già menzionato in precedenza.

 

Su cosa puntare: chiediamo aiuto ai numeri

 

Le informazioni a disposizione rendono complicato pronosticare l’esito secco della gara. Lo scontro si giocherà fra l’ottima difesa di Miami e l’attacco fluido di Sacramento, come nell’unico precedente stagionale, vinto in casa dagli Heat: i Kings hanno segnato solo 106 punti, con un pessimo 4 su 16 dal campo di De’Aaron Fox e il 30% di squadra da 3 punti, mentre i giocatori di Spoelstra hanno punito la difesa perimetrale inesistente degli avversari (ultimissimi in NBA per percentuali concesse da 3 punti) con un 13 su 28 al tiro pesante – guidati da un Jimmy Butler da 31 punti, 7 rimbalzi e 6 assist. Sebbene l’assenza di quest’ultimo (e di moltissimi pezzi di rotazione) possa indurre a pensare a un vantaggio per Sacramento, non si può dare Miami vinta in partenza, anche perché la squadra di Spoelstra è nota proprio per tirare fuori conigli illimitati dal cilindro in situazioni del genere. Basti pensare, per esempio, che il record di squadra senza Jimmy Butler è un positivo 11-7, senza Tyler Herro 12-8 e via dicendo. Senza andare a impantanarsi in pronostici rischiosi sull’esito finale, un’idea potrebbe essere concentrarsi sul punteggio complessivo finale, facendoci aiutare da qualche numero:

 

  • nelle ultime 10 degli Heat, non si sono mai superati i 223 punti complessivi segnati dalle due squadre, incluso il precedente con Sacramento;
  • solo 19 volte su 56 in stagione una gara di Miami è terminata con oltre 225 punti complessivi segnati dalle due squadre;
  • degli 8 back-to-back dei Kings, 5 sono terminati con un punteggio complessivo sotto i 222 punti;
  • in 3 di queste occasioni, Sacramento è rimasta sotto i 100 punti segnati, scollinandoli appena (102) contro i Nuggets.

 

Pronostico

 

Al netto dei numerosi infortuni di Miami, i Kings dovrebbero partire favoriti, ma abbiamo visto come il precedente stagionale e lo storico degli Heat (anche da decimati) non offrano certezze. Per non rischiare, trovandoci a dipendere dall’esito secco di una gara difficilmente decifrabile, ci concentreremo sul punteggio complessivo delle due squadre.

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