Nba Night: Philadelphia 76ers vs Toronto Raptors
Philadelphia promossa, Toronto rimandata. I 76ers contro i canadesi - Coach Nurse era opposto al suo passato - hanno vinto la terza partita di fila, stavolta 114-99, ribadendo che la strada tracciata è quella giusta. Senza Harden, con Maxey messo al centro del progetto, di fianco a Embiid. I Raptors sono invece 2-4, sinora. Imprevedibili. Capaci di perdere con Portland e vincere con Milwaukee. Nella città dell'amore fraterno non hanno mollato sin quasi alla fine, ma non hanno un campione da opporre alle squadre migliori. Tanti buoni giocatori, però manca il fenomeno, e con Siakam in scadenza di contratto a fine stagione e tante voci di mercato su di lui e Anunoby i canadesi giocano in bilico, sull'orlo del baratro.
PHILLY COSA VA
Embiid resta l'Mvp in carica. Si, molto di voi avranno ancora negli occhi le insufficienti partite di fine serie contro Boston, ai playoff. In post season non ha ancora dimostrato di poter fare la differenza da obblighi di status, ma resta una garanzia in stagione regolare. Con questa nuovo assetto tecnico occhio alle triple doppie, per voi che siete abituati a puntare "solo" sull'accoppiata punti-rimbalzi quando si tratta del gigante del Camerun. Nurse lo impiega "alla Jokic", anche da creatore, oltre che da finalizzatore. Contro Toronto ha finito la "giornata in ufficio" con 28 punti, 13 rimbalzi e appunto 7 assist. La sua media stagionale, e lui non era mai andato oltre i 4.2 di carriera, sinora. Maxey ha ribadito di essere un talento speciale. Alla quarta stagione Nba pronto per la definitiva consacrazione. Per questo i 76ers hanno scaricato il Barba senza cercare una riconciliazione, nonostante avesse chiuso la scorsa stagione da miglior uomo assist Nba: sapevano di avere in casa il regista del presente e del futuro. A cui affidare la chiave della fuoriserie. Per andare più veloci, e magari più lontano ai playoff. Perché Maxey certo alza il ritmo, una minaccia constante in contropiede. Perché attacca il canestro come pochi altri piccoli, perché difensivamente è iperattivo, sempre a caccia della palla. Dinamico e divertente, rende Philly squadra con più appeal rispetto a quella statica e un po' monotona del recente passato, costretta a fare i conti con le difese schierate ogni volta. Contro Toronto le triple (0/3) non gli sono entrate. Ma per la stagione il 14/28 parla chiaro…Senza gli isolamenti di Harden, che lo costringevano a mettersi in un angolo ad aspettare lo scarico per una tripla, anche Tobias Harris sembra un altro. Realizzatore naturale, ha bisogno di toccare la palla per essere efficace e ora lo può fare di più anche all'inizio dei possessi offensivi. Vedremo se durerà, è tra i 76er più criticati dai tifosi per colpa di un contratto esoso, finalmente in scadenza. Ma la sua partenza è stata di lusso, sopra i 20 punti di media, oltre i 23 della scorsa notte. E poi c'è Oubre. 23 punti tirando 8/13 dal campo contro i Raptors, il mancino da Kansas University quando è in serata è minaccia per ogni difesa. Stavolta è partito in quintetto, probabile che con l'inserimento di Covington, Morris, Batum e Martin parta da sesto uomo. Il suo ruolo ideale, per portare punti espressi dalla panchina.
PHILLY COSA NON VA
Punta alle Finals. Poco da girarci intorno. Troppi anni di The Process, è tempo di quagliare. Però questa è squadra da anello, o quantomeno capace di vincere l'Est? Milwaukee e Boston sembrano superiori, onestamente. Oubre e Harris non è detto continuino cosi: il primo per gli ovvi problemi di maturità agonistica e individuale che ne hanno sinora limitato la carriera, il secondo perché per non perderlo a zero in estate potrebbe ad anno nuovo essere scambiato per un giocatore più funzionale, oppure migliore in assoluto. In fondo nel passato prossimo ha più deluso che entusiasmato. La panchina ora ha veterani di lungo corso, Covington è beniamino del pubblico, che l'ha accolto con una standing ovation al suo ingresso da cavallo di ritorno contro Toronto, e Marcus Morris è uomo di Philadelphia, felice di giocare per la sua città, ma sembrano a fine corsa, con lo striscione del traguardo di carriera ben visibile.
TORONTO COSA VA
I Raptors stanno gradualmente provando a diventare la squadra di Scottie Barnes. La matricola dell'anno di due stagioni fa. L'ala da Florida State University ha segnato almeno 20 punti per 5 partite consecutive: primo Raptor sotto i 22 anni a farlo dai tempi di Chris Bosh, parliamo del 2007, della preistoria visto che ci sono in mezzo i dinosauri…Barnes a Philly ha chiuso con 24 punti, 8 rimbalzi e 8 assist. Al college era soprattutto gran difensore, si sta completando. Anunoby non è sembrato condizionato dai rumors di mercato: ha giocato bene, tirato 7/12, offerto un buon contributo sui due lati del campo. Niente broncio. Anche se a fine stagione va in scadenza, pur avendo l'opzione per rinnovare con la franchigia canadese per ulteriori 12 mesi. Ma a prezzo di saldo. I Raptors si sono passati la palla tanto, pure troppo, talvolta., ma sono sembrati un gruppo in sintonia.
TORONTO COSA NON VA
Siakam non ha giocato bene, come testimonia il -14 di plus/minus, oltre gli appena 10 punti segnati. Poco propositivo e ancora meno efficace. La sua media punti in questo avvio di stagione è precipitata rispetto agli anni scorsi, a 29 anni l'impressione è che voglia cambiare aria e rimettersi in gioco altrove, in un contesto più ambizioso nell'immediato, in cui non si punti al play-in, ma a traguardi importanti. Certo se non gioca bene non ci sarà la fila per lui…I Raptors hanno subito 5 falli tecnici, contro Philly. L'arbitraggio non è stato gradito, ma sarebbe il caso di tenere i nervi saldi. Coach Rajakovic, serbo, è il secondo capo allenatore europeo di sempre su una panchina Nba, dopo Kokoskov, durato solo una stagione. Inevitabile paghi l'inesperienza, inizialmente, la mancanza del "credito di strada" dei giocatori statunitensi. Gli serve tempo, ma i Raptors ne hanno? Perché se le sconfitte si sommano Siakam e Anunuby rischiano di preparare presto la valigie…
Riccardo Pratesi
Twitter: @rprat75
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