Storie da sogno: lo Sheffield United. La grande cavalcata della squadra dei miracoli.
Questa è una storia di quelle che ti sembrano irreali nonostante ne abbia sentito parlare. Storie che non ritrovi tutti i giorni soprattutto nel mondo del calcio. La cavalcata dello Sheffield United ti lascia questo "retrogusto". Ti domandi sempre come sia possibile, ma non ti stanchi mai di rivederla, rileggerla o risentirla. La storia recente dello Sheffield United è la dimostrazione che i sani valori e la costanza negli anni, può allo stesso modo portare ottimi risultati.
L'artefice di tutto
Non potevamo non esordire con Wilder, il manager artefice di tutto. il 12 maggio del 2016 quando la dirigenza dello Sheffield United annuncia il nuovo manager delle Blades. Dopo cinque stagioni in Division One, il terzo livello del campionato inglese, e dopo i recenti fallimenti di Nigel Clough e Nigel Adkins, la scelta della società cade su Chris Wilder.
Non un nome altisonante da quelle ma conosciuto, perché passato da giocatore tra le file dei biancorosso. Ma soprattutto sorprendente, perché autore della promozione del Northampton dalla Division Two alla Division One con numeri straordinari quanto imbarazzanti: 99 punti e 13 di vantaggio dalla seconda. Il tutto reso più magico dal tifo passionale di Wilder nei confronti della stessa squadra che allena. Una delle mosse più azzeccate è stata quella di promuovere Sharp a capitano.
Wilder è carismatico, ci mette passione ed entusiasmo. Qualche vecchio dirigente lo paragona all’immenso Bill Shankly, l’uomo che trasformò a fine anni ’50 il Liverpool F.C.
“Da quando c’è lui si respira un’atmosfera diversa. L’entusiasmo e la passione che sa trasmettere sono contagiose. Si capisce già adesso che le cose stanno cambiando”.
Inizio balbettante poi la rinascita
Parte male alla prima stagione: 3 sconfitte e un pareggio e alla quarta contro l'Oxford non sembra andare diversamente. Sotto di 1-0, come se fosse un segno del destino, Sharp e Wilson ribaltano la partita. È l'inizio di tutto. Da quel giorno Wilder e i suoi ragazzi non si fermeranno più, iniziando una cavalcata trionfale che li vedrà dominare il campionato chiuso al primo posto con 100 punti all’attivo, 92 reti segnate e le ultime 17 partite della stagione chiuse con 13 vittorie e 4 pareggi.
Billy Sharp sarà determinante. Il suo bottino sarà di 30 reti. Arriva dopo anni la Championship, ma sopratutto la possibilità di sfidare i rivali del Wednesday. Dopo un periodo passato a flirtare con la zona play off, arriva un piazzamento dignitoso. Il decimo posto finale è assolutamente lusinghiero. Wilder ha assemblato una squadra coesa, organizzata, combattiva e con una mentalità offensiva da risultare a volte quasi spregiudicata. Il tutto spendendo nel complesso meno di un milione di sterline.
Il capolavoro della stagione 2018/2019
Ma è nella stagione successiva, la 2018-2019, che Chris Wilder e lo Sheffield United compiono un autentico capolavoro. Bastano poche settimane di campionato per capire che per i due posti che assicurano la promozione diretta alla Premier ci sono tre squadre praticamente sullo stesso livello: Il Norwich City di Daniel Farke, il Leeds United di Marcelo Bielsa e lo Sheffield United di Chris Wilder. Per buona parte della stagione sembra che le prime due abbiano qualcosa in più dello Sheffield, ma il finale di stagione racconta un’altra storia.
Mentre il Norwich si mostra regolare e affidabile per tutta l’annata, il Leeds United pare arrivare senza benzina alla volata finale. Al contrario le Blades con una seconda parte di stagione strepitosa (una sola sconfitta nelle ultime 18 gare) riescono a superare sul filo di lana i “bianchi” di Elland Road conquistando una promozione in Premier che, sono le parole del Presidente Mc Cabe, arriva almeno con una stagione di anticipo rispetto alle più rosee previsioni.
...e poi la Premier
Ai nastri di partenza in Premier, viene data praticamente per spacciata, ma Chris Wilder ci terrà a precisare:
“Noi non possiamo pensare di combattere contro il Liverpool, le due di Manchester o i tre squadroni di Londra. Noi dobbiamo ispirarci al Bournemouth di Eddie Howe, che ha nelle sue fila calciatori come Harry Arter che giocava con loro in Conference. Questo è il nostro modello da seguire. E se ce l’hanno fatta loro non vedo perché non possiamo riuscirci anche noi”. Aggiungendo con meravigliosa e rara riconoscenza che: «Il cuore del team sarà ancora formato da quei ragazzi che ci hanno consentito di uscire dal “pantano” della Division One e che ora meritano di dimostrare che possono vincere partite di calcio anche nella fottuta Premier».
Il miracolo non ha cessato di esistere nemmeno in massima divisione, dove fino alla ripresa post Coronavirus era addirittura in corsa per un posto in Europa League. Ora, alla trentunesima, è ottavo, a 44 punti, con una salvezza già in porto e un barlume di speranza per il salto di qualità.
La forza del gruppo
Molti dei giocatori dell’attuale rosa sono gli stessi del primo trionfale campionato di Division One vinto tre stagioni or sono. E se è vero che “vincere” è il miglior collante possibile per un gruppo è anche vero che questo nucleo di calciatori, composto quasi esclusivamente da calciatori britannici, è assolutamente coeso e unito anche “fuori” dal rettangolo di gioco. Colazioni tutti insieme al campo di allenamento e cene che coinvolgono tutti i componenti dello staff, inclusa la frequentazione collettiva dei principali pub di Sheffield, con Chris Wilder per primo a riconoscere che “un paio di pinte non hanno mai ucciso nessuno”.
Come ricordato anche recentemente in un’intervista dal centrocampista John Lundstram (uno di quelli che ha giocato in tutte le quattro divisioni professionistiche inglesi)
“noi non ci disperdiamo a fine allenamento come quasi tutti gli altri team. Siamo molto uniti e passiamo un sacco di tempo insieme. E questo credo che si veda sul campo”.
Già, il campo.
«Nessuno di noi, a cominciare dal Manager, accetta che qualcuno dia meno del 100% in campo. Da noi non ci sono primedonne.
Questa è la storia che ogni squadra che ha come obiettivo la permanenza in un torneo dovrà prendere come esempio. Una squadra d'altri tempi, che regala emozioni fuori da ogni immaginario.
Egidio DePadova
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