Collina, ex arbitro bolognese, una carriera ricca di premi e riconoscimenti, anche dopo il ritiro dal campo
Pierluigi Collina, classe 1960. Il miglior arbitro della storia del calcio mondiale. Ancora oggi, dopo sedici anni che ha appeso il fischietto al chiodo, si continua a parlare di lui. E ancora oggi è il modello a cui aspira ogni arbitro che si rispetti: studio, conoscenza, autocritica, e anche un pizzico di follia sono i precetti che Collina ha lasciato per fare di un arbitro un grande arbitro.
Non ha dubbi la rivista francese "France Football": è lui l'arbitro migliore del mondo. E il motivo è che "quando si parla di arbitri, il primo nome che viene in mente è il suo. Dal debutto nel 1977 al suo addio nel 2005, Collina ha scritto la storia del calcio".
La carriera e i riconoscimenti di Pierluigi Collina
Ma non è stato sempre facile. Collina inizia ad arbitrare a 17 anni, quasi per gioco, iscrivendosi alla sezione dell'AIA di Bologna. Poi all'improvviso, ad appena 24 anni, ecco presentarsi il primo ostacolo: una grave alopecia gli strappa via tutti i capelli, e ci si inizia a chiedere se questa sua immagine possa influire sulla sua carriera e se possa essere accettata dal pubblico. È un po' il problema che oggi viene tanto dibattuto e contro cui si lotta quotidianamente: il "body shaming". Ma fortunatamente così non è stato. Il pubblico era più attento ai suoi fischi che alla sua testa liscia.
E così dai campi dilettantistici arriva per Collina il grande salto verso le serie professionistiche e inizia la rincorsa alla Serie A, con la prima partita arbitrata il 15 dicembre 1991: Hellas Verona-Ascoli, 1-0.
Collina è stato arbitro effettivo dal 1977 al 2005, a livello internazionale dal 1995; ha diretto partire in Serie A, Serie B, coppe, supercoppe, e competizioni internazionali. Con i 467 matchs arbitrati, ha vinto e accumulato premi e riconoscimenti, sia durante la carriera arbitrale, sia dopo il ritiro; tra questi spiccano il premio di miglior arbitro al mondo tra il 1998 e il 2005 secondo l'IFFHS (la Federazione Mondiale degli Storici e degli Statistici del Calcio) vinto nel 2010, e il riconoscimento come membro della Hall of Fame del calcio italiano (2011).
Le doti dell'arbitro. E quell' "errore" che pesa ancora sulle spalle di Collina
Temperamento deciso e carismatico, cita l'Enciclopedia Treccani. Questo è Pierluigi Collina sul campo: freddo, quasi glaciale, come il colore dei suoi occhi. Ma il suo modo di arbitrare era ben studiato: Collina non scendeva in campo senza prima aver studiato i protagonisti della partita, sia dal punto di vista fisico sia da quello caratteriale, perché solo così si può comprendere fino in fondo gli uomini che un arbitro è chiamato a giudicare.
Collina è stato un vero protagonista del calcio, anche con i suoi errori. E lui stesso è stato capace di ammetterli. Perché un arbitro deve essere capace di sopportare il giudizio altrui, ma anche di sviluppare una certa autocritica, per migliorarsi continuamente e diventare un grande arbitro. Perché "Solo guardandoti allo specchio e capendo perché hai commesso un errore puoi crescere".
L'errore più grande che gli viene rimproverato è quello storico Perugia-Juventus, con i bianconeri in lizza per lo scudetto insieme alla Lazio, il 14 Maggio 2000. Diluvio universale sul "Renato Curi" di Perugia. Partita inizialmente sospesa, ma poi ripresa e non rinviata. 1-0 per il Perugia e la Lazio incornicia sul petto il suo secondo scudetto. E a sentire i più quella partita non avrebbe dovuto essere giocata.
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