Il sottovolutato Dries. Mertens è il classico giocatore dalle qualità eccelse che non trova continuità nel minutaggio
Il calcio non è solo talento, grandi giocate e tattica. Molti di coloro che sono arrivati a calcare i campi più prestigiosi del panorama calcistico mondiale hanno avuto anche la fortuna di aver visto concatenarsi le giuste situazioni a proprio favore.
Fortuna che molti giocatori però non hanno potuto assaggiare, vedendosi costretti, nonostante ottime doti tecniche e tattiche, ad occupare ruoli di secondo. Nella settimana dedicata ai bomber mancati voglio porre alla vostra attenzione la mia valutazione su Dries Mertens.
Certo il belga la sua fortuna l'ha anche avuta, ma non commisurata al suo reale valore.
Un attaccante completo ma...tascabile
Mertens è un'attaccante completo, se non fosse per la sua statura. Eppure parliamo di un attaccante che ha raggiunto il suo apice nella stagione 2016-2017, con ben 28 reti all'attivo in 35 presenze in campionato, con soli 2 rigori.
Sorprende come questo suo record sia giunto proprio nel ruolo meno adatto per le sue caratteristiche fisiche: il centravanti. In quella stagione Sarri lo reivento' come falso nueve nel suo 4-3-3. La storia ormai la conosciamo tutti, per il giro improvviso che prende quando va via Higuain, Milik si fa male subito e Gabbiadini fa flop: la mossa della disperazione di Sarri spacciata per “intuizione”:
“Su di lui abbiamo sbagliato tutti, me compreso, era già un attaccante centrale nato dopo un mese e noi lo ritenevamo un fenomeno a partita in corso…”
Dirà Sarri. L'esaltazione in questo ruolo nasce dal fatto che in quella zona di campo è libero di muoversi negli spazi, decidendo, in base al suo senso tattico, di abbassarsi a ridosso del centrocampo o di attaccare la profondità. Questo suo ampio raggio di azione gli ha permesso di dare sfoggio a tutte le sue doti balistiche, come le perle al Toro e alla Lazio.
Sciolinando un po' di numeri è il primo giocatore dal 2014 a segnare 4 gol nella stessa partita. Il primo giocatore a realizzare almeno una tripletta in due partite consecutive di Serie A dal 1994-95. Il primo giocatore dal 1955 a realizzare 7 gol in 2 partite.
L’ultimo era stato Gunnar Nordahl. Ha segnato la quarta tripletta più veloce della storia della Serie A, meglio di lui solo Valentino Mazzola in 2 minuti contro il Vicenza nel 1947, Pietro Anastasi contro la Lazio nel 1975, Marco van Basten contro l’Atalanta nel 1992.
L'azzeramento del suo bottino
Mertens è a 121 gol con la maglia del Napoli, ed è il bomber più prolifico in Champions League con la maglia partenopea.
Benitez, Sarri, Ancelotti, Gattuso. Ogni volta che un nuovo allenatore ha preso la guida del Napoli Mertens s’è ritrovato nelle retrovie. Un destino. E ogni volta, senza sbraitare, ha ribaltato tutto, prendendosi il posto col lavoro, i gol, la grinta. Ogni volta.
I giornalisti non lo osannano. Per molti Insigne difende meglio e forse è anche questo uno dei motivi per i quali nessun allenatore lo vede come un esterno.
E in realtà mi allineo a questa considerazione, ma il miglior centravanti del Napoli è proprio lui, e forse lo è sempre stato.
La visione di gioco che fornisce in simbiosi con il senso gol, lo rendono un giocatore imprescindibile. Per tutti, tranne che per gli allenatori succedutisi sulla panchina partenopea. Una situazione che infittisce ancora di più il mistero.
L'ostinaziome di Dries
Ora, a 32 anni, difficile togliersi l'etichetta di bomber mancato. Ma gran parte delle colpe della sua carriera non possono che essere sue. La sua avventura partenopea è sempre stata contraddistinta da un'ostinazione maniacale nel voler far cambiare idea al proprio allenatore. Una continua rincorsa al posto da titolare e ad una costanza di minutaggio che non è mai arrivata.
Ora l'interessamento dell'Inter, disposta a prenderlo a zero a giugno. Sembrava ad un passo, in realtà non lo è mai stato. Ha già chiamato De Laurentis per informalo di tutto, nel pieno rispetto dei rapporti interpersonali. Ed il presidente ha dato già mandato di accelerare il rinnovo.
Il suo amore per Napoli è viscerale, e forse c'è qualcosa di più dell'ambizione nella propria carriera.
Egidio DePadova
Betscanner