Rossi, prima calciatore, poi allenatore, è uno dei personaggi più noti del calcio italiano
Delio Rossi (Rimini, 1960), ex calciatore, è un allenatore per vocazione. “So fare solo questo, non so riciclarmi in altra maniera”. Esordisce sul campo di calcio nel 1978, all’età di 18 anni, con la maglia del Forlimpopoli, ma è a Foggia che lascia il cuore, giocando nel club rossonero dal 1981 al 1987, quando si trasferisce alla Vis Pesaro. Il suo curriculum da giocatore si chiude nel 1990, a soli 30 anni, dopo una stagione nella Fidelis Andria.
Dall’amore per Foggia e per il Foggia alla cittadinanza onoraria a Salerno: 30 anni di carriera da allenatore
Delio Rossi, se come calciatore non ha avuto troppe soddisfazioni, come allenatore ha, invece, ottenuto grandi risultati, compiendo a volte autentici miracoli.
Dopo l’esordio alla guida tecnica del Torremaggiore nel campionato di Promozione e della Primavera del Foggia, la svolta per la sua carriera si chiama Salernitana: qui, il “Profeta”, soprannome che si è guadagnato a suon di vittorie, riesce a riconquistare la Serie B nel ’95 e sfiora il doppio salto di categoria, col mancato passaggio in Serie A l’anno seguente. Ma i salernitani amano Rossi, tanto da conferirgli la cittadinanza onoraria.
Lo stesso feeling Delio Rossi riesce a creare anche con i tifosi delle altre squadre da lui allenate: dal Foggia al Pescara, dal Genoa al Lecce (che porta in serie A nel 2003) all’Atalanta.
È con la Lazio, guidata per quattro stagioni consecutive (2005-2010), che Rossi compie il miracolo di risollevare la squadra post Calciopoli ed alza il primo e unico trofeo della sua carriera (e il primo del club nell’era Lotito): la Coppa Italia 2009; riceve gli allori anche dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. E ancora a Roma, Rossi conquista un doppio record nel derby contro i giallorossi: 3-0 il 10 Dicembre 2006 e 4-2 l’11 Aprile 2009. Al primo si lega un episodio che diventa immediatamente mediatico: il tuffo notturno nella fontana del Gianicolo, che Rossi racconta come “una cosa nata quasi per scherzo il giovedì prima del derby con suor Paola. Una scommessa fatta con goliardia e che non voleva offendere nessuno. Poi, dopo la partita, mi squillò il telefono all’una e mezza di notte. Era suor Paola, che mi aspettava alla fontana, ma già in sala stampa subito dopo la partita la voce si era sparsa”.
Misfatti e conquiste di Rossi
Passionale, istintivo, un vero stratega del calcio. Delio Rossi, in termini statistici, è stato l’allenatore più vincente nella storia del Palermo, con i record di 65 punti, 18 vittorie e solo 9 sconfitte, e 59 reti realizzate.
Vincitore del 21° Trofeo Nazionale Timone d’Oro (2010), assegnatogli dalla sezione aretina dell’Associazione Italiana Allenatori di Calcio, Rossi è ricordato anche per un episodio increscioso: l’aggressione fisica ai danni di Adem Ljajić per una sostituzione mal digerita dal calciatore (2012), ai tempi della panchina viola. Immediatamente esonerato dalla Fiorentina, seguono più bassi che alti con la Sampdoria, una rapida promozione a Bologna, l’esperienza fuori Italia al Levski Sofia e il breve ritorno a Palermo.
Da giugno 2019 a novembre 2020, Delio Rossi rimane senza panchina. È ad Ascoli che, ormai a 60 anni, torna ad allenare, ma viene esonerato dopo appena un mese di operato e cinque sconfitte portate a casa.
Forse, Delio Rossi meriterebbe altre opportunità, in virtù dei 30 anni di carriera da mister. Aspettiamo una nuova chiamata e il ritorno in campo del Profeta, che in altri panni proprio non riesce a vedersi.
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