Caputo, attaccante del Sassuolo, ha raggiunto l’apice della sua carriera a 33 anni di età
Francesco Caputo, meglio noto come Ciccio, attaccante italiano classe 1987. Prima punta pregiata del Sassuolo, dallo spirito di sacrificio e dallo spiccato senso del goal, Caputo è il classico “bomber di provincia” che conosce bene il significato della parola “goal”, anche se di lui si parla forse troppo poco.
La carriera calcistica di Caputo
Dopo gli inizi nei campionati dilettantistici pugliesi, con il Toritto e con l’Altamura, e la Serie C2 con il Noicattaro, nel 2008 Ciccio Caputo firma il contratto con il Bari, in Serie B: con le sue 10 reti in 28 presenze contribuisce alla promozione della squadra in serie maggiore, ma non segue la squadra, restando tra i cadetti della Salernitana.
Al termine della stagione 2009-2010, torna al Bari e trova l’esordio in Serie A, ma nella sessione invernale del calciomercato viene ceduto in prestito al Siena, in B, fino a fine stagione. Tornato al Bari, vi rimane fino al 2015, quando si trasferisce in prestito con diritto di riscatto alla Virtus Entella, club emergente di Serie B, con cui gioca due stagioni. Nel 2017, Caputo passa all’Empoli a titolo definitivo, contribuendo alla promozione in serie maggiore e tornando così anche lui in A.
Dopo un anno in massima serie, l’Empoli viene retrocesso, ma Caputo viene ceduto al Sassuolo (2019) e diventa un punto fermo della formazione neroverde, un tassello fondamentale dello scacchiere di De Zerbi.
Alcune curiosità
Anche se, a 33 anni suonati, Caputo dovrebbe essere entrato nella fase discendente della sua carriera, in realtà lui ha raggiunto da poco l’apice, il punto più alto: nella stagione 2019-2020, alla ripresa del campionato dopo lo stop per il lockdown, Caputo è stato uno dei migliori marcatori della Serie A, con le sue 21 reti e i suoi 7 assist collezionati. E la stagione seguente non è stata da meno.
La sua scalata verso il vertice della carriera non è stata semplice: è stata una strada lunga e tortuosa, ed anche piuttosto incidentata da episodi poco piacevoli. Uno tra tutti, la squalifica per calcioscommesse del 2013, che lo ha tenuto lontano dal campo di calcio per tutta la stagione 2013-2014, da cui comunque poi è stato assolto.
Probabilmente verrà sempre ricordato come uno di quei centravanti tipicamente di provincia: non c’è niente di eclatante in lui, il suo gioco è essenziale, senza fronzoli, così come le sue reti. Caputo non è dotato di qualità fisiche e tecniche tali da trasformare le sue finalizzazioni in qualcosa di devastante come altri bomber e campioni di Serie A, ma è agile e veloce, sa trovarsi nel posto giusto al momento giusto e sa adattarsi alla situazione.
Ma comunque il pallone arriva in rete e Caputo i suoi goal li festeggia con un’esultanza che chi lo conosce e lo apprezza riconosce bene: la mano che si avvicina alla bocca a mimare un bicchiere che viene svuotato. E non è certo acqua. Né vino. Ma la sua Birra Pagnotta, la birra artigianale che lui stesso produce utilizzato il pane della sua terra, il famoso pane di Altamura.
Adesso il suo sogno più grande è quello di indossare la maglia azzurra in qualche competizione internazionale: gli Europei sono saltati, si mira ai Mondiali. Ma una grande conquista già l’ha raggiunta: la prima convocazione in Nazionale maggiore, che risale al 2020, quando Ciccio ha già 33 anni. Ed è così che raggiunge un record: Caputo è il secondo calciatore debuttante più “anziano” nella storia della nazionale italiana dopo Emiliano Moretti e il più “anziano” a segnare dopo Daniele Massaro. Ad maiora, semper!
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