Izzo, cresciuto nel quartiere più pericoloso d'Italia, è riuscito a realizzare il sogno suo e del padre.
Armando Izzo, calciatore italiano classe 1992, attualmente militante nel reparto difensivo del Torino.
Difensore centrale, forte nei contrasti e negli anticipi, spicca per grinta e spirito di sacrificio.
La carriera di Izzo:
Quella di Armando Izzo è la storia di un ragazzo di Scampia che ce l'ha fatta: il calcio lo ha salvato dalla strada e dalla delinquenza. Izzo cresce nel quartiere più pericoloso d'Italia, in mezzo a strade in cui vede pregiudicati, mafiosi, spacciatori, delinquenti. Lì l'unica ancora di salvezza è il pallone. Il padre, Vincenzo, fa "il magliaro", il venditore ambulante di biancheria e stoffe: gira l'Italia, ma ogni volta che torna a casa trova il piccolo Armando ad aspettarlo in strada, perché sa che gli avrebbe portato un nuovo pallone.
Ma il destino è crudele e una leucemia porta via Vincenzo Izzo troppo giovane, a soli 29 anni, quando Armando ne ha 10. Ed è dovuto crescere più in fretta nel normale. Non avendo i soldi per pagare la scuola calcio, pensa di abbandonare, ma il presidente lo fa rimanere a giocare gratis.
Poi, il primo incontro che gli ha cambiato la vita: quello con Giuseppe Santoro, responsabile del settore giovanile del Napoli, che a soli 12 anni lo porta in squadra; a 15 pensa di lasciare il calcio, perché deve lavorare per mantenere la famiglia, ma proprio Santoro gli da una mano.
Nel 2011, Izzo passa in prestito alla Triestina, in Lega Pro Prima Divisione, con cui colleziona 13 incontri e segna il suo primo goal a livello professionistico.
Ceduto in comproprietà all'Avellino (2012), militante sempre in Prima Divisione, al termine della seconda stagione con gli irpini conquista la promozione di Serie B: Izzo esordisce così in cadetteria nell'annata 2013-2014, chiudendo il campionato con 30 presenze e una rete segnata.
Nel 2014, Izzo passa al Genoa: arriva così il debutto in Serie A. Titolare inamovibile del club ligure, rimane a Genova fino al luglio 2018, quando passa al Torino per 9,7 milioni di euro, diventando ben presto titolare fisso della formazione guidata da Mazzarri: il suo rendimento gli vale anche la maglia della Nazionale. Con il Toro, nel 2019 Izzo trova anche l'esordio nelle competizioni UEFA per club, debuttando in Europa League.
L'accusa di calcioscommesse: "ignorante, forse. Ma onesto"
Il 23 maggio 2016 Izzo rimane convolto in un'inchiesta della DDA di Napoli con l'accusa di partecipazione esterna ad associazione mafiosa: secondo le accuse, un club camorristico di Secondigliano avrebbe spinto ad alterare i risultati di due partite, Modena-Avellino 1-0 del 17 marzo 2014 e Avellino-Reggina 3-0 del 25 maggio 2014, grazie al coinvolgimento diretto appunto del difensore e dei centrocampisti Luca Pini e Francesco Millesi. Il 12 marzo 2018 viene rinviato a giudizio, avendo scelto il rito ordinario a differenza dei due colleghi che sono stati condannati con rito abbreviato.
"Ho sofferto quando uscirono le voci del calcioscommesse. La mia immagine davanti a tutti: il mio sogno stava svanendo all'improvviso. Ho avuto un lampo: non volevo me lo portassero via. Le mie origini hanno influito sul giudizio della gente, ma io non sputo sui posti in cui sono cresciuto. Mi chiamavano 'Ignorante', ma sono un ignorante onesto. Non ho vergogna, solo orgoglio".
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