Dalle stelle alle stalle: le Top 5 meteore della Serie A
Dall’essere grandi promesse a diventare meteore il passo è breve, ed è una storia che accomuna molti giocatori passati per la nostra Serie A.
Cinque calciatori che avrebbero dovuto infiammare i nostri stadi, e invece per un motivo o per l’altro non hanno mai conquistato i cuori dei tifosi, infiammando le curve o facendo gioire i compagni.
Meteore o promesse incompiute.
Sono davvero tante le storie che meriterebbero di essere citate e ricordate, ecco qui le top 5 meteore della Serie A:
Top 5 meteore della Serie A:
- Francesco Coco: iniziamo con un giocatore che rappresenta perfettamente i mitici anni ’90, tanto per essere un tantino nostalgici.
Francesco Coco esordì nel Milan di Fabio Capello, che lo accolse con molto scetticismo: un destro naturale che fu messo a giocare sulla fascia sinistra. Grazie anche ad una buona corsa e ad ottime qualità tecniche, sembrò a lungo l’erede naturale di Paolo Maldini. Suo malgrado qualche infortunio di troppo, e lo scambio con Seedorf nel 2002, non lo aiutarono a realizzarsi a pieno. Iniziò ad innamorarsi della movida milanese e venne etichettato come giocatore superficiale.
Nel 2007 divenne responsabile delle pubbliche relazioni alla discoteca Bilionare di Porto Cervo, finì al centro delle indagini su “Vallettopoli”, e infine partecipò all’Isola dei famosi. A soli 30 anni nel 2007 diede l’addio al calcio, diventando una delle top meteore della Serie A.
- Ricardo Quaresma: portoghese classe ’83, attualmente ala destra del Besiktas e della nazionale portoghese con cui ha vinto l’europeo nel 2016. Detto “trivela” per il suo magico colpo d’esterno destro, venne comprato dall’Inter nel 2008, fortemente voluto da Mourinho.
Quaresma approdò a Milano in cambio di 30 milioni di Euro circa: cifra che fa intendere quanto i nerazzurri credessero nel portoghese. Goal per lui nell’esordio in campionato con la maglia nerazzurra, e poi il declino: poche prestazioni positive, poche partite, e forma fisica sempre più scarsa. Nella sessione di calciomercato invernale di quella stagione, dato il basso numero di presenze del giocatore, l’allenatore del Chelsea Luiz Felipe Scolari, si interessò al “Trivela”, fornendogli un’opportunità di riscatto. Poche settimane dopo il ct Scolari viene esonerato, e così Quaresma finì la stagione all’Inter totalizzando solo 640 minuti in tutta la stagione. Dall’Inter la stagione successiva passò al Besiktas, per poi andare a giocare a Dubai con meno di 30 anni.
Uno dei talenti più attesi della nostra Serie A.
- Ciriaco Sforza: l’Inter di Hodgson lo prelevò dal Bayern per cinque miliardi di lire, cifra che ai prezzi attuali potrebbe sembrare insignificante. Uno dei calciatori più conosciuti nel mondo del cinema: Sforza ebbe molto successo in Italia, più che per le sue doti tecniche o i goal effettuati, divenne celebre per una battuta di Aldo Giovanni e Giacomo, dove Aldo confessava di aver comprato la maglietta dell’Inter di Sforza solamente perché “quella di Ronaldo era finita”.
Dopo un’anonima stagione in Serie A tra le file nerazzurre, Sforza tornò in Germania.
- Nicklas Bendtner: storia recente, il danese classe ’88 sbarca alla Juventus nella stagione 2012-2013 con grandi aspettative. Forte di testa, alto e dotato di buon fisico, promette di finalizzare molte azioni messe in atto dalle fasce della Juventus di Antonio Conte. Indossò la maglia n. 17, quella di un certo David Trezeguet.
Il paragone non regge neanche per scherzo: in bianconero una sola stagione, nove presenze e zero goal, ma qualche kg in sovrappeso.
A Torino lo ricordano più per le controversie che per il calcio: nel 2013 in Danimarca gli ritirarono la patente per tre anni, dopo averlo trovato sbronzo a guidare in contromano.
- Jorge Martinez: il Malaka Martinez, l’uomo di Marotta.
Nell’estate del 2010 quando l’Inter aveva da poco vinto il triplete, e sulla panchina della Juventus stava per arrivare Luigi Del Neri, Marotta, nuovo dg dei bianconeri, si presenta a Catania con 12 milioni e un contratto da sogno per il Malaka. Dopo tre stagioni al Catania in cui Martinez aveva fatto vedere ottime qualità tecniche, dotato di fantasia e facilità di corsa, si presenta alla Juventus come grande promessa pronta a confermarsi in una squadra di alto livello. Un infortunio in fila all’altro non permetteranno mai al Malaka di esibirsi a Torino, il suo estro e le sue qualità tecniche non pervenute sotto la Mole.
L’anno successivo il progetto “Conte” lo metterà ai margini della rosa, e un susseguirsi di prestiti vedrà sciogliere il contratto con i bianconeri solamente nel 2016.
FOCUS ON: GENNARO TUTINO
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