Stoichkov Hristo: genio sregolato.
Dagli anni d'oro al Barcellona, al passaggio al Parma, passando per il Pallone d'Oro
Per rimanere in tema di numero 8 guidati da grande genialità, vi proponiamo la storia del bulgaro Stoichkov, storia alquanto particolare, perchè contrassegnata anche da, a volte eccessiva, sregolatezza.
Gli inizi
Nato l'8 febbraio del 1966 a Plovdiv, Stoichkov cresce nel Maritsa, squadra della sua città natale, e successivamente passa all'Hebros di Harmanli, dove trascorre due stagioni condite dai primi gol in carriera.
Il CSKA di Sofia, una delle società calcistiche più blasonate del paese, lo tiene d'occhio e si assicura le sue prestazioni nel 1984: alla prima stagione con la squadra dell'esercito segna appena un gol in undici partite. Soprattutto, esterna già il suo carattere tutt'altro che mite: il 18 giugno 1985 è il giorno della finalissima della Coppa nazionale contro gli eterni rivali del Levski. Alcune decisioni arbitrali surriscaldano gli animi, i giocatori se ne danno di santa ragione ed anche il direttore di gara viene aggredito: Stoichkov rimane coinvolto in una rissa e verrà squalificato.
Stoichkov torna in campo e trascina il CSKA verso grandi traguardi: grazie alle sue reti, la squadra della capitale conquista tre scudetti, altre tre coppe nazionali ed una Supercoppa di Bulgaria.
Il 1989 è l'anno della consacrazione: realizzando 38 reti in 30 incontri si aggiudica lo scettro di capocannoniere del campionato.
L'approdo al Barca
Con queste cifre da capogiro, la sua permanenza in Bulgaria ha ormai le ore contate: il grande Johan Cruijff, allenatore del Barcellona, lo nota e lo vuole fortemente nella sua squadra.
È il 1990 e Stoichkov sbarca in Catalogna: con i blaugrana continua a confermare le sue doti di genio e sregolatezza.
Se da una parte persevera nella sua intemperanza (un pestone all'arbitro UrÃzar Azpitarte gli costa svariate giornate di squalifica), dall'altra contribuisce in prima persona alla conquista di altri scintillanti trofei: quattro scudetti consecutivi, tre Supercoppe di Spagna, una Supercoppa Europea e, soprattutto, la prestigiosa Coppa dei Campioni.
Il Pallone d'Oro
Stoichkov non fa comunque solo le fortune dei club: anche la Nazionale - della quale diventa leader indiscusso - beneficia delle sue magie e dei suoi gol imprevedibili, tanto da qualificarsi per la fase finale dei Mondiali di Usa 94. L'avvio non è dei migliori, ma la squadra riesce a superare la fase a gironi battendo l'Argentina di Maradona: dopo aver avuto la meglio sul Messico ai rigori, ecco arrivare il capolavoro ai quarti contro la Germania.
L'avventura però verrà fermata dall'Italia in semifinale. Nonostante ciò a fine anno vince il Pallone d'Oro, entrando per sempre nella storia come il primo bulgaro ad averlo vinto.
L'approdo in Italia
Nella stagione successiva al Barcellona ha però un brusco calo, complici anche alcuni dissapori con Cruijff.
Mi ha cacciato perché non sopportava che io col Barça avessi vinto più di quanto gli era riuscito in tutta la sua carriera di calciatore - dichiarerà in seguito a proposito di Cruijff - ma l' aveva detto chiaro e tondo: fosse per me, tu non giocheresti mai.
Quindi nell'estate del 1995 l'approdo al Parma. Le prime uscite in maglia gialloblù fanno ben sperare: a New York segna una doppietta nella sfida di «Parmalat Cup» contro il Boca Juniors, in campionato esordisce subito con una punizione da manuale del calcio contro l'Atalanta.
Resterà però un'illusione perchè durante la stagione un giovane Pippo Inzaghi gli ruberà la scena.
Fine carriera
Il bulgaro dopo solo un anno torna quindi al Barcellona, nel frattempo non più allenato da Cruijff. arrivano altre due Supercoppe (di Spagna e d'Europa), la Coppa delle Coppe e la Coppa del Re.
Ma è evidente a tutti che la sua carriera e in fase calante: nella primavera del 1998 torna al CSKA per una breve parentesi, poi vola addirittura in Arabia Saudita per giocare nell'Al-Nasr, con cui vince la Coppa delle Coppe asiatica. L'anno successivo la rotta prosegue verso l'Estremo Oriente: Stoichkov si fa ammaliare dagli yen e per due stagioni gioca in forza al Kashiwa Reysol.
La sua carriera si chiude nella MLS, massimo campionato calcistico degli Stati Uniti sorto da pochi anni, con le maglie di Chicago Fire prima e DC United successivamente.
Egidio DePadova
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