A 10 anni dalla promozione in cadetteria, i liguri centrano la promozione in A
La Serie A comincia ad avere il sapore di Liguria. Un record per la regione che nella nuova stagione conterà ben 3 squadre nei propri confini. Oltre alle note squadre di Genova, dopo il doppio confronto vincente contro il Frosinone, dalla prossima stagione ci sarà anche lo Spezia. Un'apparizione inedita perché unica per i bianconeri, che in tutti i loro anni di storia non erano mai riusciti a raggiungere la massima serie sino ad ora.
I protagonisti
La prima menzione per questo storico successo va a Vincenzo Italiano, allenatore emergente e vero artefice di questo miracolo, tanto da essere stato puntato dal Genoa. Il gol di Rodhen non basta al Frosinone per rovinare la festa ai liguri. Italiano ha fondato questo successo sul 4-3-3, suo marchio di fabbrica, sfruttando la velocità di Gyasi autore di 9 gol e 6 assist in Serie B, ultimo quello dell'andata a Frosinone e M'bala Nzola, 23enne francese, in prestito dal Trapani ma in procinto di trasferirsi a titolo definitivo alla corte di Italiano, autore di 6 gol in 13 partite da Gennaio sino ad oggi. Ma lo Spezia è provvisto anche di altri talenti come Erlic, '98 e possente difensore centrale croato, il migliore del pacchetto difensivo impostosi dopo il grave infortunio occorso a Capradossi. Paolo Bartolomei, centrocampista specializzato assistman, con ben 11 assist all'attivo e 2 gol. O il '98 Giulio Maggiore giovane in orbita under 21 ma già veterano della squadra ligure con 117 presenze in prima squadra.
Tra sogno e realtà
Tra Serie B e Serie A c'è un abisso, ecco perché il ds Angelozzi è subito al lavoro per rinforzare la rosa. I nomi emersi negli ultimi giorni sono quelli altisonanti di Pavoletti e Gervinho, quest'ultimo seguito anche dal Benevento. Obiettivi difficili ma non tanto distanti dalla realtà.
Il vulcanico proprietario
Il proprietario dello Spezia, Gabriele Volpi ha dichiarato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport quali sono le idee per il prossimo futuro mettendo le cose in chiaro su una possibile cessione delle quote societarie e sul prossimo allenatore:
"Ci sono state richieste per la società, ma tutto è finito in nulla. Per rispetto di La Spezia e della Liguria, che è la mia terra, non lascerò il club a persone che non siano migliori di noi. Non so se qualcuno ha agito a mia insaputa, ma dubito fortemente. Da noi non è mai venuto nessuno. Discorso chiuso, pensiamo soltanto alla Serie A".
E ancora:
"Il nostro allenatore Italiano sarà confermato in panchina senza dubbio, ha il contratto e non capisco perché dovrebbe andare via! Lui e il direttore sportivo Angelozzi devono dare continuità, sono parte integrante del progetto. A breve ci riuniamo per programmare la Serie A, c'è poco tempo. Io delego a Chisoli, che poi riferisce ai miei stretti collaboratori Felugo e Fiorani: io intervengo solo una volta al mese. Dico solo che ci servono i gol, ricordo che anni fa Angelozzi voleva Caputo: ecco forse adesso ci vorrebbe uno così".
Lo scudetto fantasma
Ma la storia lo Spezia Calcio l'ha già fatta. Correva l'anno 1944. Per la precisione la squadra si chiamava «Vigili del fuoco La Spezia». Erano pompieri davvero e anche atleti infiammati da una gran passione, i loro nomi non erano altisonanti: Scarpato, Gramaglia, Tommaseo, Angelini... Andarono a giocarsi il titolo di Campioni d'Italia all'arena di Milano con il mitico Torino. Selezionatore dei granata era un eroe della Patria, vincitore con la nazionale azzurra di due titoli mondiali, Vittorio Pozzo. Nel Toro giocavano campioni come Mazzola, Ossola, Piola, Gabetto... Leggenda vuole che prima della partita Pozzo incrociasse negli spogliatoi i calciatori-pompieri. Si racconta che abbia detto loro: «Ragazzi, comportatevi bene, non picchiate. E vi garantisco che non ve ne facciamo più di tre» (gol). Vinsero i pompieri (2-1).
Un titolo che poi, in virtù dell'imminente guerra non fu più assegnato.
Egidio De Padova
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