Pirlo è l’uomo giusto? Pro e contro della scelta a sorpresa della Vecchia Signora
Nonostante la vittoria dello scudetto, per la Juventus la stagione appena trascorsa si è rivelata una delle più sottotono dell’ultimo decennio e forse anche più. I bianconeri, che possono vantare tra le loro fila gente come Cristiano Ronaldo, da ormai 2 anni, non hanno mai approfittato dell’apporto del fuoriclasse portoghese, vero talismano della coppa dalle grandi orecchie.
La scelta Sarri
L’ultima scelta della panchina, Maurizio Sarri, sponsorizzato pare da Pavel Nedved, si è rivelata infelice. La spasmodica e forse ingiustificata ricerca del “bel gioco” ha spinto verso l’allenatore toscano, conosciuto e apprezzato molto per il suo credo tattico ma non per le sue qualità di comunicatore. Impressione rivelatasi tale già alla prima stagione. Da qui l’inevitabile esonero, conseguenza di un rapporto mai sbocciato con i senatori dello spogliatoio ed in particolare con Giorgio Chiellini, col quale non c’è mai stato un dialogo costruttivo.
Nasce da queste ceneri l’idea Andrea Pirlo. Ottimo teorico tattico, poca esperienza, ma grande conoscenza dell’ideologia bianconera, dello spogliatoio ma soprattutto degli uomini più carismatici che ne fanno parte.
Pirlo: perché si
Tra i pro che avallano la scelta di dare la panchina bianconera all’ex metronomo della Nazionale Italiana, c’è sicuramente quello di consegnare le redini ad un uomo “familiare” col quale non è necessario un periodo di ambientamento in termini relazionali, sia con i giocatori che con la dirigenza. E’ innegabile anche che questa scelta sia stata dettata da un risparmio economico. Un’operazione low cost che rende meno pesante i restanti anni di contratto di Sarri a 6 milioni lordi annui. Pirlo arriva ad 1,8 milioni, meno dell’80% della rosa bianconera.
Pirlo: perché no
Perché no? È facile sciolinare i contro di questa operazione. Quello più gettonato resta la mancanza di esperienza. Un allenatore, fresco di patentino, che non ha nemmeno un giorno di esperienza in panchina, che siede subito sulla panchina della squadra più titolata d’Italia, fa storcere il naso. Ma molti apprezzano il coraggio mostrato da Andrea Agnelli. E’ sbagliato però paragonarlo a Zidane e Guardiola perché questi, prima di sedere (e vincere) sulla panchina rispettivamente di Real Madrid e Barcellona, annoveravano nel loro palmares ottime stagioni con la seconda squadra. Questo per concludere che per Pirlo c’è solo una via per fare carriera con questa tipologia di partenza: essere un predestinato.
Egidio De Padova
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