I Thunder accorciano verso la vetta dell'ovest

OKC trionfa nella sfida d'élite

Non c'è niente di meglio di un vero e proprio scontro fra prima e seconda della Western Conference nel bel mezzo di un sabato notte NBA. Dopo il risultato finale sono ancora i Minnesota Timberwolves a trovarsi in vetta alla classifica della sponda occidentale, ma a vincere questa battaglia sono gli Oklahoma City Thunder, che accorciano a una sola vittoria di distanza dalla vetta.

Si tratta del secondo successo consecutivo di OKC contro i Wolves in meno di un mese, valido per il 2 a 1 negli scontri diretti stagionali - e questa volta, per giunta, giocando fuori casa. Una partita avvincente ed equilibrata, nel corso della quale entrambe le squadre hanno toccato la doppia cifra di svantaggio, per poi rimontare fino a  un clamoroso finale punto a punto, dove a deciderla sono stati i tiri liberi, in positivo per i Thunder, in negativo per i Timberwolves.

I padroni di casa, sul -3 e a meno di 4 secondi dal termine, hanno avuto infatti l'opportunità di pareggiare: Anthony Edwards, dopo un clamoroso fallo subito su una tripla disperata, si presenta in lunetta e non solo - nonostante l'85% stagionale dalla linea della carità - sbaglia i primi due tentativi, ma prende solo il tabellone sul terzo, nel tentativo di garantire un extra possesso da rimbalzo in attacco. 6 liberi su 6 a segno, invece, per OKC negli ultimi 15 secondi decisivi, validi per l'ottava rimonta stagionale di squadra da 10+ punti di svantaggio (2° in NBA).

Thunder corti, ma belli

Dopo una partenza di fuoco, con un immediato parziale di 9 a 0, fino a toccare il +16 a metà primo quarto di gioco, Oklahoma ha iniziato a soffrire non appena i titolari sono usciti dal campo. Il tabellino segna infatti 34 punti segnati dalla panchina di Minnesota, contro i soli 15 degli ospiti. Le riserve di OKC, fatta eccezione per Isaiah Joe (che ha pure chiuso la partita), hanno quasi tutte chiuso con plus/minus negativo, in contrasto con i differenziali positivi di tutti e 5 i membri del quintetto di partenza: -15 per Cason Wallace, -14 Aaron Wiggins e -10 Vasilije Micic, per citare i peggiori.

Ciononostante, la starting lineup - sostituendo Joe a Josh Giddey - ha sostanzialmente vinto la partita, grazie anche a un inarrestabile Shai Gilgeous-Alexander da 33 punti e 6 assist, con 10 su 22 dal campo e ben 13 tiri liberi tentati, dei quali solo 1 sbagliato. L'accenno alla sostituzione di Giddey non è casuale: con lui in campo, i Thunder si trovano ad avere due tiratori battezzabili e incapaci di crearsi un tiro, essendo presente anche Luguentz Dort. I Timberwolves hanno ignorato i due sin dal primo istante, chiudendo molto il pitturato senza curarsi troppo degli scarichi, pertanto la presenza di un tiratore di movimento come Isahia Joe (per quanto abbia provato solo 3 conclusioni) ha contribuito a creare maggiori spazi di manovra per le bocche di fuoco principali, impegnando anche la difesa di casa lontano dalla palla, costringendola a cambi continui o a eliminare almeno uno degli aiuti al ferro. Una lettura importante, considerando che dall'altro lato ci fosse la squadra con il miglior defensive rating dell'intera Lega.

E se di difesa bisogna parlare, è inevitabile menzionare il lavoro svolto dal già citato Dort su Anthony Edwards, costretto a soli 19 punti e a 5 palle perse, ma in generale tallonato con successo per tutta la partita. Dopo questi tre incontri stagionali, la guardia di OKC si conferma uno dei migliori difensori della Lega, se non il migliore, sulla giovanissima superstar di Minnesota. 

Timberwolves, abbiamo un problema

E questo problema è rappresentato da due parole: palle perse. Minnesota, prima di questa gara, era terzultima in NBA per percentuale di possessi chiusi con un turnover (15.6%), e adesso il dato non può che peggiorare: 21 palle perse di squadra nella gara appena persa, delle quali 13 nel primo tempo e ben 7 nel quarto periodo, costate ben 28 punti sui 102 totali dei Thunder.

Qualcosa di davvero problematico, che si sta presentando come un pattern soprattutto da Natale in poi per la squadra allenata da Chris Finch e che influisce molto soprattutto sui finali di partita punto a punto. La sola nota lieta di giornata è  rappresentata dalle ottime prestazioni in uscita dalla panchina, fra cui vanno citate quella di Jordan McLaughlin nel primo tempo (8 punti immediati per la rimonta) e del solito, eccellente Naz Reid, sempre più candidato al premio di Sesto Uomo dell'Anno, con 18 punti, 7 su 13 dal campo, 4 su 8 da tre e +17 di plus/minus, il migliore di squadra di gran lunga.

Il matchup con i Thunder si conferma invece molto faticoso in generale sulle due metà campo. Con questo Chet Holmgren, 15 punti e molto attivo sotto i tabelloni, diventa difficile per Rudy Gobert agire in totale libertà nel pitturato in fase difensiva, non potendosi mai staccare. Il rookie di OKC è stato molto bravo a restare aggressivo, partendo con un paio di conclusioni da tre in modo da tirare fuori il lungo francese e attaccarlo dal palleggio sul closeout. Minnesota ha anche iniziato con l'uscire sempre alta sul pick&roll avversario con Karl-Anthony Towns, lasciando Gobert a difendere il pitturato, ma la buona serata al tiro di Dort e la grande attività lontano dalla palla una volta tolto Giddey hanno un po' sconvolto questo piano partita, rendendo ingiocabili i quintetti con il doppio lungo.

Sopra di 11 nel quarto periodo, si tratta di una sconfitta frustrante per i Timberwolves, i quali si sono imbattuti anche in una inusuale giornata-no per Mike Conley,  veterano usualmente solidissimo al tiro e con uno dei migliori rapporti fra assist e turnover dell'intera Lega, che stavolta ha tirato 1/11 dal campo (1/9 da tre) perdendo anche tre palloni. 

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