NBA, Joel Embiid vince la sfida tra MVP con Nikola Jokic

Joel Embiid vs Nikola Jokic: il primo vince la sfida MVP

La sfida più attesa della nottata NBA era, senza ombra di dubbio, quella tra Philadelphia 76ers e Denver Nuggets. Sono due tra le migliori squadre della lega, si affrontano solamente due volte a stagione e, soprattutto, sono guidate dai due lunghi migliori in NBA: Nikola Jokic e Joel Embiid.

In questa occasione la sfida diretta tra i due "rivali" (tra virgolette perché tra i due c'è moltissimo rispetto) ha premiato in tutto e per tutto Joel Embiid, autore di 41 punti e 10 assist con 13 su 22 dal campo nella vittoria dei suoi.

Dopo un primo tempo interlocutorio (finito 78-78) in cui le squadre hanno difeso poco e dato prova di tutto lo shot-making a loro disposizione, nella seconda frazione si è vista una pallacanestro di alto livello. Il match è diventato più intenso e si è visto qualche aggiustamento difensivo.

A decidere l'esito dell'incontro sono stati i minuti centrali dell'ultimo quarto, dopo il ritorno in campo di Embiid e Jokic. L'MVP uscente ha segnato tre canestri consecutivi importantissimi, che hanno fruttato 8 punti ai Sixers, mentre i Nuggets si sono concessi qualche palla persa di troppo, rivelatesi poi fatali.

Sixers: non solo Embiid

Nonostante il tabellino stellare di Embiid, questa vittoria è più che mai dimostrazione della solidità dei nuovi Philadelphia 76ers. Non solo i compagni sono stati in grado di servirlo nel miglior modo, ma lo hanno anche accompagnato con prestazioni realizzative altrettanto prolifiche, soprattutto nei primi 24 minuti di gioco.

Tyrese Maxey ha chiuso con 25 punti e 9 assist "silenziosi", con 9 su 20 dal campo e 4 su 9 da 3 punti. Tobias Harris ha invece siglato 24 punti con percorso quasi netto: 8 canestri su 10 tiri tentati. In generale, i Sixers hanno tirato con il 48% dal perimetro su 31 tentativi, ben oltre le medie NBA.

Da segnalare anche le scelte difensive adottate da coach Nick Nurse per provare a limitare l'esplosivo attacco dei Nuggets. L'ex allenatore dei Raptors ha infatti deciso di affidare la marcatura di Nikola Jokic a Nicolas Batum e non a Embiid, per tenere la sua superstar in aiuto (ufficialmente in marcatura su Aaron Gordon) e lontana da problemi di falli, salvo poi tornare alle marcature tradizionali nel finale di partita, con Embiid abbastanza riposato per creare problemi al centro serbo. 

Nonostante i 35 anni compiuti da poco, Batum ha dimostrato la sua versatilità difensiva spendendosi addirittura in marcatura su Jamal Murray nel corso di diversi possessi, riuscendo anche a rifilargli una stoppata a 2 minuti dalla sirena finale.

Nuggets: troppe difficoltà in difesa

Ci sono pochi dubbi a riguardo: i Denver Nuggets hanno perso la partita di stanotte prevalentemente nella metà campo difensiva: 78 punti subiti a fine primo tempo, 126 a fine partita, senza mai dare la sensazione di avere le giuste risposte all'attacco dei Sixers.

La scelta di mettere Aaron Gordon in marcatura su un giocatore molto più grosso come Embiid non ha funzionato, e la difesa di Denver non è riuscita a limitare né le sue doti realizzative né la creation per i compagni, come dimostrano i 10 assist smazzati dal numero 21. Sono stati decisamente troppi i tiri da tre punti smarcati concessi ai tiratori avversari.

I campioni in carica sono riusciti comunque a rimanere aggrappati alla partita (e talvolta anche in vantaggio) grazie alle doti sconfinate di Nikola Jokic (25 punti con 11 su 20 dal campo), alle alte percentuali dall'arco (41% su 29 tentativi), e soprattutto all'enorme quantità di rimbalzi offensivi catturati (addirittura 16, contro i 5 degli avversari).

Come accennato in precedenza, a decretare la sconfitta è stata la scarsa gestione dei possessi decisivi del match, in cui i Nuggets sono caduti in un errore che, solitamente, non commettono quasi mai in partite di questo tipo: sprecare possessi perdendo il pallone. E' stato in particolare Jamal Murray ad accumulare due turnover consecutivi. 

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