Le parole del cugino dello scomparso procuratore del portiere: "Fu Maldini a scaricarlo"
Nella serata di domani per la prima volta dal suo addio, Gianluigi Donnarumma tornerà ad affrontare il suo passato, visto che al Parco dei Principi col suo PSG si dovrà affrontare il Milan. Un addio a parametro 0 quello del 2021 che molti tifosi non gli hanno perdonato, come visto che recentemente con i fischi ricevuti da San Siro durante la gara con la nazionale. Questa volta il pubblico sarà dalla sua parte, però il portiere sta ricevendo discrete critiche anche dal suo parigino e domani sera dovrà rispondere alle critiche in campo, in una gara che sicuramente non lo lascerà indifferente. Nella giornata prima della partita, è tornato sulla vicenda del suo addio il cugino del procuratore Mino Raiola, scomparso un anno e mezzo fa, Enzo.
Gli inizi rossoneri e il rinnovo
Prelevato giovanissimo dal club rossonero, il portiere esordisce addirittura nell'ottobre 2015 contro il Sassuolo, a soli 16 anni e 8 mesi. Una stagione da protagonista, col portiere che si prende il posto da titolare e che in breve diventa idolo dei tifosi, ma già dall'estate seguente inizia il problema del rinnovo, con i tifosi che lo ribattezzano "Dollarumma" e con l'episodio del lancio delle banconote durante una gara con l'U21. La situazione rinnovo si sbloccò un mese dopo con l'arrivo di Yonghong Li, con la firma a 6 milioni e il contratto da 1 milione anche per il fratello Antonio. "Il ragazzo era felice al Milan, però voleva risultati e soprattutto giocare la Champions" dice Enzo, "per questo non accettò l'offerta dei grandi club europei, perché voleva raggiungere questo obbiettivo con la squadra".
La rottura con Maldini
"La situazione si complicò decisamente a Genova, in una riunione tra Mino, Maldini e Massara, dove mio cugino propose uno scambio per non perdere il calciatore a Genova" racconta. Si parlò di uno scambio con la Juve, che sarebbe stata disposta a mettere sul piatto un conguaglio economico. "Il capitolo è già chiuso perché noi abbiamo già preso il nostro portiere" sarebbe stata la risposta di Maldini, che "fece crollare il mondo addosso al portiere. A quel punto, il ragazzo decise di andare all'estero perchè sarebbe andato alla Juve solo se avesse portato soldi nelle casse rossonere. I colloqui con Leonardo e Al Khelaifi sono stati decisivi per la sua scelta" spiega Enzo.
Con una nuova versione, il calciatore si prepara ad affrontare il suo passato, che tanto gli ha dato ma che è finito come il peggiore degli amori.
Alessio Russo
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