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La storia della Fiorentina
Martedì 21 Aprile

La storia della Fiorentina

La storia della Fiorentina. Dalla grande ascesa in Champions fino al fragoroso tonfo in B, per poi rinascere.
 

Il giglio ne è il simbolo.

E' quasi un marchio di fabbrica, un pò come il pipistrello per Batman. Un segno distintivo esclusivo, unico nel mondo. Un pò come i colori sociali, nati per uno scherzo del destino. Leggende metropolitane infatti raccontano di un lavaggio errato tra divise bianche e rosse durante gli anni del primo dopoguerra, che hanno portato al ben noto viola.
 

Partiamo dallo stato recente prima di poter scavare nella storia della squadra fiorentina per eccellenza. Da un anno la società è passata nelle mani dell'italo-americano Commisso, bizzarro ma capace imprenditore emigrato in giovane età negli States per trovare fortuna. 
 

Prima della gestione a stelle e strisce, la squadra gigliata era in possesso della famiglia Della Valle. Un'avventura, una storia fatta di grandi gioie e di grandi dolori. Un relazione che definiremo complicata per paragonarlo ad un rapporto di coppia. Ancor prima del loro arrivo, l'era Cecchi Gori, l'unico presidente ad aver portato i viola, dopo mezzo secolo dall'ultimo scudetto, a sfiorare la cima della Serie A. Ma anche l'unico ad aver condotto la società al fallimento.
 

Affrontiamo quindi le fasi salienti della storia recente dei gigliati, quella rimasta impresa alle generazioni di oggi amanti del calcio.
 

Lo scudetto mancato del 1998-1999 e il fallimento della società
 

La stagione 1998-1999 fu quella della panchina affidata a Giovanni Trapattoni dopo l'esonero di Malesani; la rosa viola venne rinforzata da alcuni calciatori tra cui Moreno Torricelli e TomᚠŘepka. Rosa che vantava nelle sue fila già la presenza di calciatori come Rui Costa, Edmundo e soprattutto Batistuta. Il Re Leone.

Proprio l'argentino sarà il simbolo della sua stagione, un centravanti atipico, dotato di una tecnica non eccelsa, ma di un destro terrificante, caratteristica che lo renderà un beniamino della tifoseria a suon di "Batigol".

L'inizio di campionato dei viola fu notevole, andando in testa alla classifica dalla quarta giornata, rimanendovi per gran parte del girone di andata; vincendo tutte le partite casalinghe, si laurearono campioni d'inverno davanti a Parma e Lazio.
Nel girone di ritorno la squadra ebbe un calo nei risultati, complice l'infortunio muscolare occorso a Batistuta il 7 febbraio 1999 durante Fiorentina-Milan e la partenza di Edmundo per partecipare al Carnevale di Rio de Janeiro, e i viola scivolarono al quarto posto; con il rientro dei due, la Fiorentina terminò la Serie A al terzo posto, a 14 punti dal Milan campione d'Italia, qualificandosi per la Champions League. In Coppa Italia i viola arrivarono fino alla finale, superando il Padova ai sedicesimi, il Lecce agli ottavi, l'Atalanta ai quarti e il Bologna in semifinale, classificandosi al secondo posto dietro al Parma dopo i due pareggi per 1-1 in trasferta il 14 aprile 1999, con reti di Hernán Crespo e Gabriel Batistuta, e per 2-2 a Firenze il 5 maggio, con marcatori TomᚠŘepka e Sandro Cois per i viola e Hernán Crespo e Paolo Vanoli per i gialloblù. In Coppa UEFA, dopo aver battuto l'Hajduk Spalato, i viola incontrarono il Grasshoppers, venendo eliminati anche a causa della sconfitta a tavolino comminata dalla UEFA dopo che alcuni spettatori ferirono un guardalinee nella gara di ritorno giocata a Salerno.
 

Prima del fallimento la gioia della vittoria in Coppa Italia nella stagione 2000/2001 con in panchina Roberto Mancini. 
 

Il 27 giugno 2001, il tribunale di Firenze aprì un'istanza fallimentare nei confronti della società, ipotizzando uno stato di insolvenza relativo a 70 miliardi di lire relativi alla vendita di Batistuta e sottratti alla disponibilità del club per girarli alla Fin.Ma.Vi, la finanziaria della famiglia Cecchi Gori, soffermandosi inoltre sui 318 miliardi di debiti a carico della società. Per garantire la partecipazione al campionato successivo, vennero ceduti Francesco Toldo e Manuel Rui Costa; il 9 luglio Vittorio Cecchi Gori, aprendo a un'eventuale vendita della società, lasciò la presidenza.

La società però pagò questi problemi sul campo, retrocedendo, dopo essere stata messa in mora da molti giocatori per gli arretrati sugli stipendi. Nella stagione 2001/2002 non c'era abbastanza liquidità per garantire l'iscrizione al campionato. Vani furuno i tentativi di alcuni imprenditori locali di salvare il titolo. Il 27 settembre la Fiorentina venne dichiarata fallita e Vittorio Cecchi Gori fu indagato per bancarotta fraudolenta.
 

Dalla risalita in Serie A a Calciopoli
 

Il 1º agosto 2002, subito dopo la mancata iscrizione in Serie B, il sindaco di Firenze Leonardo Domenici fondò la Fiorentina 1926 Florentia, rilevata il 3 agosto da Diego e Andrea Della Valle che denominarono la nuova società Florentia Viola
 

Per la nuova stagioneAngelo Di Livio fu il solo calciatore della precedente società a rimanere nella rosa, che venne allenata da Pietro Vierchowod; l'esordio della squadra avvenne il 21 agosto 2002 nell'incontro di Coppa Italia Serie C, terminato 0-1 a favore del Pisa, con il torneo concluso nella fase a gironi. L'avvio di campionato non fu ottimo e dopo nove giornate la squadra si trovò settima in classifica; Alberto Cavasin prese il posto dell'esonerato Vierchowod, ottenendo 8 vittorie di fila e raggiungendo la prima posizione, riuscendo così a staccare il Rimini il 23 febbraio 2003.

Grazie a una solida difesa e ai 56 gol fatti, 30 ad opera di Christian Riganò, i gigliati ottennero la certezza matematica del primo posto nel girone e quindi la promozione in Serie C1 il 27 aprile con la vittoria per 3-0 sul Savona. Il 15 maggio, i Della Valle acquistarono per 2,5 milioni di euro il marchio e i colori della vecchia A.C. Fiorentina, così il 19 maggio la Florentia Viola divenne "ACF Fiorentina". In seguito al caso Catania, il 20 agosto la FIGC promosse d'ufficio in Serie B la Fiorentina per meriti sportivi e per bacino d'utenza. La squadra si piazzò al sesto posto in campionato, che le consentì di disputare uno spareggio interdivisionale con il Perugia quart'ultimo nella massima serie.

Vincendo in trasferta per 1-0 il 16 giugno 2004 e pareggiando 1-1 in casa il 20 giugno, con Enrico Fantini marcatore in entrambi gli incontri, i viola conquistarono l'ammissione in massima serie. La prima stagione non fu esaltante, con una salvezza ottenuta solo all'ultima giornata dopo la vittoria contro il Brescia e il conseguente pareggio tra Bologna e Parma. 
 

Il ritorno in Europa e la fine dell'era Prandelli
 

Quella del ritorno tra i grandi fu la stagione 2005/2006, quella del ritorno in Europa e dei 31 gol di Luca Toni
 

l club gigliato concluse il campionato al quarto posto, dietro a Juventus, Milan e Inter. In Coppa Italia la squadra superò Lodigiani, Rimini e Cesena, venendo battuta agli ottavi dalla Juventus. A fine stagione, la Fiorentina venne giudicata colpevole di illecito sportivo nell'inchiesta di Calciopoli, in quanto i suoi vertici societari si sarebbero mossi per ottenere la salvezza dei viola ai danni del Bologna nel precedente torneo.

Il club venne condannato a una penalizzazione di 30 punti nel campionato 2005-2006, estromettendola così dalle coppe europee, e di 15 punti per la Serie A 2006-2007, condannando Diego e Andrea Della Valle ad alcuni mesi di inibizione.
 

Per la stagione 2006-2007, per attenuare l'impatto della sentenza di Calciopoli, il club intervenne sul mercato, acquistando tra gli altri Adrian Mutu. Dopo una partenza stentata, i viola si ripresero, riuscendo a colmare il divario della penalizzazione, e arrivarono a metà classifica prima della sosta natalizia.

Nel girone di ritorno, i gigliati continuarono la loro marcia e, grazie ad una solida difesa e ad un attacco prolifico, con i 32 gol della coppia Toni-Mutu, conquistarono il sesto posto in Serie A, ottenendo così la qualificazione alla Coppa UEFA. 
 

La stagione 2007/2008 fu quella di una nuova rinascita, perchè contrassegnata da un quarto posto in classifica, con la successiva conquista della qualificazione in Champions ai danni del Milan ma anche da una semifinale di Coppa Uefa sfortunata, persa per mano dei Rangers, soltanto ai calci di rigore, dopo il doppio 0-0. A decretarne la sconfitta fu un rigore sbagliato da Cristian Vieri, che nel frattempo era stato acquistato per sostituire in rosa Toni emigrato al Bayern Monaco.
 

Dalla società rossonera fu prelevato Alberto Gilardino, principale rinforzo della stagione 2008-09. Un altro innesto importante fu quello del montenegrino Stevan Jovetić, appena maggiorenne al momento dell'acquisto. Nei preliminari di Champions, la Fiorentina eliminò lo Slavia Praga: in campionato, tuttavia, apparve meno competitiva rispetto all'anno precedente. Il terzo posto nel girone europeo comportò il ripescaggio in Coppa UEFA, dove l'Ajax eliminò i viola già nei sedicesimi. 

L'obiettivo di conquistare una seconda qualificazione consecutiva alla Champions tuttavia riuscì, con la Fiorentina che terminò il campionato al quarto posto: appaiata al Genoa, la compagine toscana fu favorita dall'esito dei confronti diretti. 
 

Nella stagione 2009-2010 non ci furono notevoli movimenti di mercato, con Andrea Della Valle che si dimise dalla carica di presidente il 24 settembre 2009. Il cammino in campionato non fu esaltante, mancando di continuità nei risultati, complice anche la squalifica per doping comminata a Mutu. Nel girone di ritorno la squadra perse concentrazione e si susseguirono vari risultati negativi; il torneo si concluse così all'undicesimo posto. In Coppa Italia, i viola batterono il Chievo agli ottavi e la Lazio ai quarti, venendo sconfitti in semifinale dall'Inter.

In Champions League, dopo aver superato il preliminare con lo Sporting Lisbona, il club gigliato vinse il proprio girone davanti a Olympique Lione, Liverpool e Debrecen, vincendo cinque gare su sei; agli ottavi di finale, i viola incontrarono il Bayern Monaco, venendo eliminati tra le polemiche. Al termine della stagione, Prandelli lasciò la Fiorentina, assumendo il ruolo di commissario tecnico dell'Italia.
 

Le gioie della stagione recente dei Viola, parlando di obiettivi a lungo termine, si conclude qui. Le stagioni che seguiranno, segneranno il lento ed inesorabile distacco della famiglia Della Valle dal popolo di fede fiorentina, nonostante il momentaneo periodo favorevole della stagione 2012-2013 in cui la società venne interamente rinnovata: i nuovi dirigenti Daniele Pradè ed Eduardo Macía affidarono a Vincenzo Montella la panchina viola, acquistando molti giocatori tra cui Borja ValeroAlberto AquilaniJuan Cuadrado e David Pizarro.

La squadra ebbe un buon inizio di campionato, stazionando fin dall'inizio nelle prime posizioni della classifica; nonostante un periodo di flessione a gennaio, grazie soprattutto a una buona capacità offensiva, il club lottò con il Milan fino all'ultima giornata per l'ammissione alla Champions League, sfumata per due punti con il quarto posto finale, qualificandosi per l'Europa League.

In Coppa Italia i viola superarono NovaraJuve Stabia e Udinese, venendo eliminati dalla Roma ai quarti di finale. Nella stagione 2013-2014 la Fiorentina ottenne nuovamente il quarto posto finale, grazie anche alle reti di Giuseppe Rossi; ritorna in finale di Coppa Italia dopo tredici anni, mentre il cammino in Europa League s'interrompe agli ottavi di finale per mano della Juventus. Il 14 aprile 2014 la Fiorentina festeggio le 1000 vittorie nella massima serie. Anche il campionato 2014-2015 vide i Viola terminare al quarto posto mentre nell'Europa League, dopo aver eliminato fra le altre TottenhamRoma e Dinamo Kiev, raggiunsero le semifinali, dove furono estromessi dai detentori del Siviglia.
 

Per tre volte di fila al quarto posto, senza mai riuscire a raggiungere la Champions, perchè nel frattempo l'Italia aveva dovuto rinunciare ad una posizione nel massimo torneo europeo per club. Assenza che forse ha segnato definitivamente la gestione Della Valle. 
 

Frangenti della sua storia che raccontano di una squadra ossesionata dal raggiungimento di un posto stabile della grandi del calcio italiano, così come come la storia di Firenze richiede. Non resta che attendere la gestione Commisso per capire se questa volta è quella buona per raggiungere un equilibrio.
 

Egidio DePadova
Betscanner

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