Nel 2009 lasciò il Genoa in Europa, ora lo ritrova a rischio B: Thiago Motta riabbraccia il Grifone
Ha ritrovato il presidente che lo ha portato in Italia, quell'Enrico Preziosi che decise di puntare su di lui acquistandolo dall'Atletico Madrid pur con le ginocchia malandate, e una tifoseria che lo adottò fin da subito, visto che con quel sinistro fece sognare il popolo rossoblù per 6 volte nelle 27 apparizioni del 2008/2009. Aveva lasciato un Grifone lanciatissimo, con una storica qualificazione in Europa League, e ora deve risollevarlo dalle sabbie mobili di un penultimo posto e dall'incubo retrocessione. Thiago Motta è tornato sotto la Lanterna: dieci anni fa era un giocatore nel pieno della maturità calcistica, oggi è un allenatore alla prima vera esperienza. Proprio l'esperienza, appunto, gli manca, anche perché fino a questo momento l'unica avventura in panchina è rappresentata dall'Under 19 del Paris Saint Germain. Servirà un'impresa, ma il brasiliano naturalizzato italiana ha dalla sua il popolo genoano. E anche un'idea di calcio che ha del rivoluzionario.
Modulo da interpretare - Si porta dietro l'etichetta del 2-7-2, nemmeno durante la presentazione ha celato i misteri di questo sistema di gioco: "Ho voluto togliere importanza ai numeri, ognuno lo può interpretare nel modo che preferisce" la risposta sibillina durante la prima conferenza stampa da allenatore del Genoa. E allora, per scoprirlo, bisognerà aspettare sabato sera, quando Marassi riabbraccerà Thiago Motta a distanza di dieci anni. Ricalcherà il prato del Ferraris, l'ultima volta era stato il 31 maggio del 2009 quando ci fu la grande festa per l'approdo in Europa League. Il primo passo da allenatore in serie A sarà contro il Brescia, un vero e proprio scontro diretto per la permanenza nella massima serie. Il Genoa è pronto a ripartire.
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Emanuele Pastorella
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