Il Leeds: un ritorno “loco”. I whites tornano in Premier League e lo fanno con l’allenatore più estroverso di sempre: Marcelo Bielsa
Dopo anni tra mille difficoltà e perizie, il Leeds United è tornato dove la sua storia merita di essere ricordata, nella massima serie inglese, la tanto inseguita Premier League. I whites mancano dalla stagione 2003-04, quando non solo scesero in Championship ma sfiorarono addirittura la bancarotta.
Leeds è la terza città del paese per numero di abitanti, quasi 800mila, meno solo di Londra e Birmingham, ma soprattutto vanta uno degli stadi più caldi della nazione, l’Elland Road. Società piena di storia dicevamo, visto che a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 si era resa protagonista di 2 scudetti e per ben 5 volte era riuscito a finire secondo. In quel periodo si è delineata l’immagine di una squadra dal carattere forte, a tratti brutale e troppo aggressivo. Personalità però che ha fatto la differenza visto che nel 1975 era riuscita addirittura ad arrivare in finale di Champions League persa contro il Bayern di Franz Beckenbauer e Gerd Müller.
Leeds United: La storia più recente
La storia più vicina ai giorni nostri racconta di un intervallo di tempo diviso in due grandi filoni: quello di fine anni ‘90 inizio anni 2000, quando la coppia Kewell-Viduka era una delle più prolifiche d’Inghilterra, tanto da permettere al Leeds di candidarsi più volte alla vittoria del campionato. L’apice lo si raggiunge nel 2001, con la semifinale di Champions League. Il secondo filone è quello proprio dalla caduta a picco, toccando il fondo nel maggio del 2007 con la retrocessione in League One. Negli ultimi anni ci ha provato anche il vulcanico Massimo Cellino, attuale presidente del Brescia, a riportare in auge il club, senza però successo.
Oggi il caso Leeds è preso come emblema per tutte le squadre dalla grande storia che cadono in disgrazia, perché negli ultimi 16 anni ha dovuto subire molte crisi finanziare, che ne hanno inevitabilmente ostacolato la risalita.
Alla fine arrivò il “Loco” Leeds
Per una squadra in questa situazione serviva un allenatore “pazzo”, meglio conosciuto all’argentina con “El Loco”, Marcelo Bielsa. Un allenatore unico, forse anche il più odiato per l’enorme peso mediatico che ha ottenuto nonostante il suo palmeres non sia dei più forniti. Tra i tanti aneddoti che hanno caratterizzato la carriera e la vita di Bielsa, ve ne raccontiamo 2, per comprendere al meglio il personaggio. La prima risale al 2004, quando, dopo l’add
io alla nazionale argentina decide di fare la vita da eremita. In isolamento, senza telefono o tv. Giusto qualche libro e la meditazione. Così si chiude per mesi in un convento: “Mi sono zittito. Ho preso i libri che volevo leggere, senza telefono, senza televisione. Ma è durato tre mesi, perché ho iniziato a parlare da solo e… a rispondermi. Stavo davvero impazzendo“.
La seconda è quella che ci porta al 2012 quando arrivò all’Athletic Bilbao: “Quando sono arrivato ho visto una pessima esecuzione dei lavori. Qualcosa che è stato fatto male sapendo di farlo male. Ero indignato. Ho preso il responsabile di peso e l’ho buttato fuori. Non ho avuto alcun rispetto per quest’uomo perché ha fatto il suo lavoro male sapendo di farlo male. Quando ha lasciato il posto, ha detto che lo avevo picchiato. Non ha fatto alcun reclamo alla polizia , penso che sia stato messo sotto pressione dalla sua compagnia o dall’ Athletic”. Del resto era arrivato a Bilbao con le migliori intenzioni: “La squadra aveva giocato 42 partite, le ho viste tutte due volte. Volevo sapere a chi andavo a stringere la mano”. Insomma, geniale ma quasi mai sereno.
Un allenatore maniacale nel suo metodo, sempre al limite della sua area tecnica e a tratti tarantolato durante il match. Il suo continuo dare indicazioni, lo porta anche a staccarsi da ciò che lo circonda. Celebre la gag in cui chiede un caffè che il suo collaboratore poggia sul suo iconico secchio rovesciato. Bielsa non se ne avvede e finisce inevitabilmente per schiacciarlo. Immaginate la sua reazione, anzi vedetela.
Un biennio al Leeds tra alti e bassi
Tralasciando la vittoria di questa stagione, la permanenza al Leeds di Bielsa non è sempre stata rose e fiori. La prima stagione infatti, pur partendo con i favori del pronostico si è conclusa con una grande delusione, con la sconfitta ai playoff per mano del Derby County di Lampard. Sembrava la fine, invece con la sua solita pazzia, Bielsa è riuscito a rialzarsi e a rialzare l’entusiasmo del club.
Non è stata una stagione facile anche perché la squadra alla fine del mercato è risultata ridimensionata, con le cessioni che hanno fruttato ben 30 milioni di euro e gli acquisti che si sono ridotti ad una serie di prestiti dei quali sono uno azzeccato, quello di Ben White. Quindi una squadra tutt’altro che rinforzata. Un maratona di 46 giornate in il Leeds ha totalizzato ben 93 punti, perdendo 9 partite. Un campionato in zona promozione fin dalla prime giornate, mai meno del quinto posto e in lotta per il titolo per tutta la seconda metà.
Il motivo del successo del Leeds United
Il gioco moderno è stato il motivo principale di questa vittoria. Quello proposto da Bielsa è offensivo e diretto, caratterizzato dal grande dinamismo durante la fase di possesso. Parlare di modulo nel metodo di Bielsa è quasi riduttivo, perché pretende dai propri giocatori un continuo movimento senza palla che non dà alcun punto di riferimento agli avversari. Il giocatore dopo aver trasmesso palla si muove sempre in avanti, in un gioco posizionale fondamentale per creare spazi stanando gli avversari dalle loro posizioni di partenza.
E allora ben tornato al Leeds United e al “ Loco”.
Egidio De Padova
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