Il ricordo del Grande Torino vive nei tifosi: ecco le celebrazioni che vanno avanti da 71 anni per la squadra italiana più forte di sempre
"Solo il fato li vinse": così vengono ricordati dal popolo granata e da tutto il mondo del calcio. Sono gli Invincibili, il Grande Torino, quel gruppo di ragazzi che a metà del Novecento fece sognare e ripartire una nazione fortemente colpita dal conflitto mondiale. Una vera e propria orchestra in campo, il calcio moderno, 10 undicesimi della Nazionale: sono soltanto alcuni dei numeri che collezionarono Mazzola e compagni.
Cinque scudetti consecutivi, seppure con due campionati non disputati causa guerra mondiale, è un record battuto soltanto recentemente dalla Juventus arrivata a otto, ma di risultati assoluti ce ne sono ancora. Dalle 88 gare di imbattibilità in casa al maggior numero di gol realizzati in un campionato (125), oltre alla vittoria più larga con il 10-0 rifilato all'Alessandria nel 1947/1948. Erano Invincibili, dominavano in Italia, poi il 4 maggio del 1949 il destino ha deciso di mettersi di traverso: l'aereo che riportava a casa i granata si schiantò sul colle di Superga, il Toro morì sul colle. Ai funerali furono un milione le persone che decisero di dare l'ultimo saluto, da lì però è nata un'incredibile usanza che va avanti nel tempo.
Ogni 4 maggio migliaia di tifosi salgono a Superga insieme a tutta la squadra, ascoltano la messa del cappellano granata e alle 17.03 in punto, giorno della tragedia, il capitano legge i nomi dei 31 caduti sulla lapide posizionata nel punto dell'incidente. E, nonostante il Coronavirus, è successo anche ieri.
Poco Superga e tanto Filadelfia, niente assembramenti ma soltanto abbracci virtuali: così il mondo granata si è riunito in un 4 maggio particolare. Nonostante l'impossibilità di ritrovarsi al colle, il ricordo di tutti i tifosi è arrivato comunque agli Invincibili. Lo ha fatto attraverso i social e le dirette in streaming, oltre a un centinaio di coraggiosi che si sono presentati fuori dai cancelli della casa del Toro.
All'interno, nel cortile della Memoria, don Riccardo Robella ha celebrato la commemorazione in ricordo di Mazzola e compagni. "Chi ha vissuto quella storia, chi ce l'ha raccontata, ci ha detto che noi non possiamo essere che quello. Noi siamo il Grande Torino, per fare quello che hanno fatto loro - il ricordo del padre spirituale granata durante la cerimonia - e sono convinto che il prossimo 4 maggio, salendo al Colle, se faremo una domanda ai nostri eroi ci sentiremo rispondere 'Anche noi siamo fieri di voi'. Ma solo se sapremo rialzarci e dare l'esempio. Siamolo non per noi ma per gli altri". Proprio il Filadelfia, quella che fu la casa del Grande Torino e il teatro di tanti successi, si è trasformato nel luogo della memoria e del ricordo.
E mentre don Robella dava la benedizione al pennone dedicato ai Caduti di Superga, in sottofondo suonava "Un giorno di pioggia" dei Sensounico e la voce di Andrea Belotti: già, perché nonostante tutto, l'urlo del capitano che leggeva i nomi c'è stato comunque. Era la registrazione della commemorazione dell'anno scorso, ma poco importa. E in un abbraccio ideale si è unito tutto il mondo granata, postando sui social i video dai balconi di casa di tutta Italia: nonostante il Coronavirus, è stato comunque un 4 maggio da ricordare.
Emanuele Pastorella
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