Il boom economico dell'Atalanta

Settima per valore della rosa, plusvalenze incredibili: il modello Atalanta funziona, la crescita è esponenziale. E le cessioni la renderebbero più ricca ancora

Il miracolo sportivo è sotto gli occhi di tutti, con l’Atalanta che si è prepotentemente inserita tra le big del calcio italiano e ora si sta confermando. Perché se l’anno scorso sembrava una cenerentola, ora è una solida realtà: tra un’Inter che stecca spesso e la Lazio crollata dopo il lockdown, sono diventati gli orobici la principale antagonista della Juventus nella rincorsa al titolo, anche se ormai i bianconeri hanno davvero le mani sullo scudetto. Poco importa, però, anche perché Gasperini e i suoi ragazzi si consolano con un quarto di finale di Champions da urlo con il Psg, e chissà che non possano uscire altre sorprese. E poi c’è il miracolo economico, quello che forse non tutti vedono e percepiscono: perché se l’Atalanta è diventata una big, è perché è diventato un club molto più ricco. Tra investimenti azzeccati e talenti valorizzati, quella del patron Percassi sta diventando una potenza.

Settima in Italia. L'Atalanta vola non solo in campo

Sta scalando la classifica non solo per punti fatti, ma anche per valore della rosa: quella orobica, infatti, è la settima più ricca di tutta la serie A. Le prime quattro sono irraggiungibili, con Juventus, Napoli e Inter oltre i 500 milioni di euro, ma poi l’Atalanta se la gioca con Milan, Roma e Lazio, partendo dai suoi 266,50 milioni complessivi, stando alle stime di Transfermarkt. Eppure, la crescita è costante, anche perché i ricavi dai diritti televisivi e dalla partecipazione in Champions League sono in netta crescita. A questo, poi, va aggiunto lo splendido lavoro di Gasperini, che ha permesso a Percassi di avere tra le mani un vero e proprio gioiellino.

Crescite record per i neroazzurri

Ha assemblato quasi un’orchestra, dove tutti sanno cosa fare e lo fanno alla perfezione. A partire dal portiere, Gollini: la sua è tra le crescite più esponenziali, pagato meno di 4 milioni e ora ne vale almeno 25. E poi ci sono le intuizioni a parametro zero (o quasi): Djimsiti arrivato gratis che ha superato la doppia cifra di valore, sugli esterni è il capolavoro del Gasp. Hateboer e Gosens sono costati 2 milioni complessivi e ora l’Atalanta potrebbe chiederne almeno 40 per tutti e due, senza dimenticare l’esplosione di Castagne. C’è anche chi è esploso tardi, come Ilicic che da 6 è passato a 25 milioni, o chi si è ritrovato dopo fallimenti vari, vedi Pasalic che oggi vale 20 milioni. E anche quando c’è da investire pesante, l’Atalanta difficilmente sbaglia: vedi Malinovski, pagato 14 e rivendibile a 20, o Zapata, che a 26 milioni era diventato il più caro di tutta la storia ma ora ne vale almeno 60. Quando il lavoro paga, in tutti i sensi…

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Emanuele Pastorella
Betscanner