I migliori lanciatori: dal 2000 ad oggi. Da Pirlo a Kroos, passando per Veron. Chi ha il mirino nel DNA
Vi riportiamo un'interessante elenco amarcord proposto da Ultimo Uomo, che raccoglie tutti i protagonisti che hanno reso il gioco del calcio un'arte. Veri e propri disegnatori, pittori, artisti a tutto tondo che hanno realizzato e tutto'ora realizzano parabole che neanche la fisica è capace di spiegare.
Toni Kroos
La sua è una tecnica che è poco appariscente, ma quando si parla di gestione e controllo palla, non si puà non fare il suo nome. Forse ha un tecnica così elevata che rende ogni controllo di una semplicità inaudita. E questa qualità è merce rara nel calcio moderno. La sua è capacità di resistere alla pressione e di aggirarla manipolando tempi e spazi come pochi altri. Vi proponiamo un assaggio.
Juan Sebastian Veron
Uno dei miei preferiti, forse uno dei pochi ad abbinare precisione e potenza ad un livello massimo. Quel suo lancio di esterno destro con postura leggermente laterale è da patrimonio dell'Unesco. L’aria sfinita di Veron, come se stesse per accasciarsi al suolo di lì a breve, contrastava con le idee che gli venivano. Vedeva passaggi improvvisi, luminosi, a volte impossibili. Per questo sprecava anche molti palloni, ma i migliori tra quelli che andavano a buon fine erano passaggi che non avrebbe fatto quasi nessun altro.
Xabi Alonso
Xabi Alonso è stato uno dei massimi interpreti del lancio di precisione anche perché quando calciava il campo da calcio sembrava ghiacciarsi. Lui sembrava prendersi un momento di pausa dal caos, per concentrarsi sull’esecuzione del gesto con la stessa cura dei dettagli di un tennista col servizio, di un giocatore di baseball alla battuta o di un golfista. Certi lanci di Xabi Alonso potrebbero davvero stare in un museo sulla meccanica umana.
Andrea Pirlo
Dagli 2000 è stata forse l'icona del regista. Pirlo con i capelli lunghi, l’aria triste e quella corsa che sembrava quella di un uomo che stava fingendo di correre. Nessuno come lui è riuscito ad abbinare un così scarso senso d’agonismo a una così elevata qualità tecnica.Il lancio di Pirlo dietro la difesa, con la gamba e il corpo che oscillano poco, è stato il singolo gesto tecnico più significativo del calcio italiano dei primi anni del XXI secolo, aperto dal leggendario lancio verso Roberto Baggio in un Juventus-Brescia. Uno dei gol che nessuno può dimenticare.
Steven Gerrard
Come in tutto il suo gioco, anche nei lanci lunghi, Gerrard non era particolarmente elegante. Lanciava in maniera scomposta, ingobbito, i pugni chiusi come se avesse bisogno di ogni briciolo di forza per mandare il pallone lontano dal suo piede. Eppure è senza dubbio uno dei migliori lanciatori della sua epoca. In carriera ha giocato più o meno vicino alla porta, ma non ha mai fatto differenza: che dovesse rifinire il gioco con i suoi lanci o dovesse cercare di spostare il gioco di 80 metri non faceva differenza.
Kevin De Bruyne
Nella creatività del belga c’è qualcosa di industriale: quando mette il pallone in quello spazio tra difesa e portiere non sembra davvero guardare, o raffigurarsi in mente, un compagno che andrà a riceverlo. Quei passaggi sono treni con orari prefissati su cui i suoi compagni devono solo salire in tempo mettendo una parte del proprio corpo che devii il pallone in porta. Quando colpisce il pallone, De Bruyne sembra dargli una consistenza diversa, che gli permette di accelerare inizialmente, per superare la difesa, per poi fare una pausa impercettibile nella zona in cui i suoi compagni devono colpirlo. Un modo di calciare che molto probabilmente, senza i nuovi palloni, più leggeri rispetto al passato, non sarebbe stato possibile.
David Beckham
Uno degli ultimi registi a disegnare traiettorie sfruttando principalmente l'interno del piede. Con le sue movenze leggiadre e la sua coordinazione ad allungarsi il più possibile con braccio sinistro a piede destro, ha disegnato traiettorie a giro illuminanti. La sua visione di gioco è la vera qualità che lo rendeva una minaccia da qualsiasi punto del campo fosse e che gli permetteva di servire gli attaccanti con costanza anche senza poter contare sul dribbling per crearsi lo spazio necessario.
Francesco Totti
Totti è uno che per stile di calcio del pallone somigliava molto a Veron, con la differenza, a dir poco fondamentale, che il suo raggio d'azione era a ridosso del limite dell'area avversaria. Lui è un altro che alla massima precisione abbinava la massima potenza. Nei suoi anni migliori, quando la velocità era ancora un suo forte, indirizzava palloni con traiettorie e coordinazioni inspiegabili. Il gol alla Sampdoria è il simbolo della sua infinita tecnica. Col passare del tempo però le sue caratteristiche fisiche subiscono un calo drastico, non la sua tecnica però. Il passaggio che solo lui vede per Dzeko contro il Crotone lo testimonia. Col senno di poi, gli ultimi anni della sua carriera li avrebbe potuti trascorrere da regista alla Pirlo con ottimi risultati.
Egidio DePadova
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