Hellas, che bella sorpresa!

Hellas, che bella sorpresa! Quattro punti nelle prime due: la formazione di Juric è a tutti gli effetti una sorpresa del campionato

Quattro passi verso la salvezza. L’Hellas Verona ha cominciato il campionato come meglio non avrebbe potuto: pareggio casalingo all’esordio contro il Bologna, vittoria esterna sul campo del Lecce. Due risultati importanti, che se analizzati nel dettaglio acquisiscono ancora maggior prestigio. Prendiamo la prima giornata, ad esempio: era il debutto in serie A, davanti ai propri tifosi, contro una squadra che ha ambizioni di parte sinistra della classifica. Lo svantaggio e la perdita di un uomo dopo nemmeno un quarto d’ora potevano abbattere chiunque, non i ragazzi di Juric: il pareggio in chiusura di tempo di Veloso rimette in carreggiata gli scaligeri, che nella ripresa sono bravi a soffrire e a portare a casa un punto d’oro. La domenica successiva, poi, ecco un’altra piccola impresa: è il primo scontro diretto dell’anno, in trasferta, contro il Lecce che ne aveva già presi quattro all’esordio. Il Verona si presenta senza paura, concede qualche occasione agli avversari ma poi nel finale sferra il colpo da tre punti. I gialloblù si sono confermati squadra solida, appena un gol subito in due partite, e soprattutto cinica. E ora, alla ripresa, ci sarà il Milan, che non vive un periodo proprio brillantissimo e, soprattutto, ha nell’Hellas la propria bestia nera.

Fatal Verona – E’ un mito, che però si concretizza spesso e volentieri quando i rossoneri si presentano al Bentegodi. Nel ’73 ci persero uno scudetto, nel ’90 Bagnoli rovinò i sogni di gloria di Sacchi. E anche nella storia recente la maledizione si è ripetuta, con Allegri, Brocchi e Gattuso, a ruota, a uscire con le ossa rotta dalla trasferta veronese. Ci riproverà domenica prossima Giampaolo, nel posticipo della terza giornata di campionato. Ma non sarà facile, perché questo Verona, oltre a poter contare sul fattore casalingo contro i rossoneri, vuole continuare a stupire e a marciare verso la salvezza.

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Emanuele Pastorella
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