Handanovic: la saracinesca silenziosa. Un leader che opera in punta di piedi e che continua a fare la differenza
Se esiste una qualità che preferirei avesse un giocatore su tutte è "l'anticipazione delle mosse", ergo pensare prima dell'avversario la mossa giusta. La ritengo una qualità trainante, perché capace di coprire, compensare e addirittura elevare le peculiarità che si assestano nella media.
Samir Handanovic, portierone nerazzurro da anni, e capitano dall'addio di Icardi, è l'emblema di questa dote.
«La mia passione per gli scacchi nasce dalla mia famiglia, dove c’è competizione in tutto. In questa disciplina capisci che devi pensare cosa fare almeno quattro o cinque mosse in anticipo. Non mi stanco mai degli scacchi: più continuo a giocare e più continuo a scoprire qualcosa di nuovo».
L'altra grande dote dello sloveno è l'equilibrio mentale: dopo un anno di apprendistato all’Udinese fu lanciato come titolare in Serie A nel Treviso l’anno successivo, ma perse il posto dopo sole tre partite. Avrebbe potuto perdersi come molti altri portieri, e invece ha saputo rialzarsi dopo le difficoltà iniziali. La terza, altrettanto importante e fondamentale per garantire lo stesso livello di prestazioni durante la carriera è la sua volontà di imparare incessantemente: la condizione essenziale della sua longevità, forse il suo principale punto di forza.
Handanovic non verrà ricordato per essere stato, al pari dei portieri della scuola spagnola e soprattutto tedesca, un innovatore nel suo ruolo. Nell’ultimo decennio sono altri i portieri simbolo della modernità. Manuel Neuer, innanzitutto, che ha rinnovato il modo di intendere il ruolo.
Negli ultimi due anni Alisson ha raggiunto picchi altissimi di rendimento, ma forse se si dovesse scegliere un portiere di riferimento per affidabilità e costanza, Handanovic potrebbe essere il profilo migliore.
Nell’ultimo decennio lo sloveno ha attraversato solamente un breve momento di flessione, le fasi centrali del 2018. È stato forse da quel periodo in poi che Handanovic ha perso, forse irrimediabilmente, una piccola parte della sua esplosività: un calo piuttosto normale alle soglie dei 34 anni, un’età in cui solitamente molti portieri che basano principalmente il loro stile sulla fisicità necessitano di aggiornamenti.
Si è trattato però di una breve parentesi in un decennio cominciato a difendere la porta dell’Udinese nella stagione 2010-11, in cui ha stabilito il record di rigori parati in un campionato di Serie A: sei. Il talento nel parare i rigori è forse il più noto. Insieme a Pagliuca, Handanovic è il portiere che ha parato più rigori in Serie A.
Al di là dei suoi riflessi e della sua esplosività, è in situazioni così estreme e raffinate dal punto di vista psicologico che si è sempre mostrata la sua lucidità nella lettura in anticipo delle situazioni.
Passato all’Inter nel 2012, il portiere sloveno ha raggiunto il suo apice nella prima metà del campionato 2015-16. Di quell’Inter, solida e vincente, Handanovic era la rappresentazione della resistenza difensiva.
Grazie al suo portiere l’Inter subì – escludendo Inter-Fiorentina del 27 settembre 2015, finita 4-1 per i viola – solamente 3 gol nelle prime 13 partite, con addirittura 11 clean sheet nelle prime 16.
Fin dalle sue prime stagioni da titolare Handanovic ha mostrato le sue capacità decisamente fuori dal comune nell’uso del corpo: non solo nell’esplosività, di cui è sempre stato ben dotato ma non fuori scala, ma soprattutto nell’attacco alla palla. Ma soprattutto è sbalorditivo il modo in cui Handanovic, in pochissimo tempo e soprattutto in tarda età, ha saputo evolvere il suo gioco con i piedi.
Da uno stile sostanzialmente ininfluente, favorito dal contesto di un’epoca in cui il retropassaggio al portiere era ancora un passaggio di emergenza, Handanovic è tra i migliori portieri della Serie A nella costruzione dal basso. l’importanza di Handanovic si è vista ancora di più nella sua assenza.
Nelle due partite di cartello giocate da Padelli, quelle contro Milan e Lazio, l’Inter ha lasciato la sensazione diffusa di una maggiore difficoltà nella costruzione dal basso: anche a livello statistico è abbastanza lampante notare come Padelli, rispetto ad Handanovic, abbia effettuato meno passaggi corti (13.13 contro 14.23 per 90 minuti) e più lanci lunghi (4.06 contro 3.15 per 90 minuti).
Un portiere dalle mille doti che però nella sua carriera non è stato ripagato a dovere in termini di successi, complice anche la sua fedeltà eterna ai nerazzurri. Ora con Conte però, tra la chiusura del campionato in corso e la stagione successiva, salgono le possibilità alzare al cielo un trofeo importante.
Egidio DePadova
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