La storia di un ragazzo partito giovane dall'Argentina ma che solo ora sta trovando il suo spazio
Per tutte le persone che seguono meno il calcio inglese forse il nome di Martinez suonerà abbastanza sconosciuto visto che da quando è giunto in Europa ha lasciato l'isola per provare altre esperienze solo una volta (Getafe in prestito).
Nato in Argentina a Mar de la Plata, esordisce con l'Independiente giocando però solamente nelle giovanili dato che a 18 anni piomba su di lui l'Arsenal, che decide di accaparrarselo. Da quel momento il portiere non riesce mai però a trovare spazio nelle gerarchie della squadra, con Wenger e gli allenatori che lo seguono che continuano a preferirgli altri suoi compagni. Nonostante questo il Dibu, da combattente quale è, non molla mai e si fa sempre trovare pronto nei momenti in cui è chiamato in causa, guadagnandosi anche la convocazione nel 2019 dalla nazionale argentina con cui aveva giocato solamente nelle giovanili.
La cessione e il protagonismo in nazionale
Ma è nel 2020 che la sua carriera futbolistica cambia radicalmente, con l'Arsenal che decide di cederlo a titolo definitivo all'Aston Villa per 20 milioni, con i Villans che gli garantiscono il posto da primo portiere. Acquistata ancora più fiducia, il portiere si conferma come uno dei più affidabili dell'intera Premier League, venendo anche confermato da Scaloni come portiere titolare della sua Argentina.
E sarà proprio con l'Argentina che otterrà la sua prima grande gioia, quando lo scorso anno sale sul tetto del Sudamerica vincendo la Copa America da protagonista assoluto, in particolare grazie alle sue parate dagli 11 metri nella semifinale contro la Colombia.
E ieri, nella serata dove Messi si è preso la copertina grazie al suo assist spaziale e alla rete, le mani del Dibu sono servite alquanto per portare l'Albiceleste nella semifinale del Mondiale, e proprio il numero 10 ne è stata la conferma visto che al goal di Lautaro è stato lesto a correre e festeggiare il suo portiere. Perchè senza le sue mani, il suo sogno Mondiale, forse, non sarebbe continuato.
Alessio Russo
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