Cosa pensa il tifoso della nazionale, le tre tipologie
A novembre sarà ormai passato un anno da quella scialba partita che decretò l’assenza della nostra nazionale dai mondiali di Russia.
Tanti pensavano che quello potesse essere il punto più basso di una delle nazionali che più han contribuito a scrivere la storia del calcio, ma dopo ogni partita il malessere azzurro aumenta, e cresce la sensazione che non sia ancora finita. Sono cambiati tre commissari tecnici (Ventura, Di Biagio e Mancini), ma le strade della pochezza tattica e della sempre crescente scarsità di giovani talenti sembrano non esser ancora state interrotte.
L’Italia ha vinto una sola delle ultime nove partite disputate, ne ha pareggiate quattro, e perse altrettante. L’unica vittoria è arrivata contro l’Arabia Saudita, di misura per lo più. Con questa media punti (7 in 9 partite) in un campionato con un calendario di 38 partite, realizzerebbe un misero bottino di 29 punti.
Il Crotone lo scorso campionato è retrocesso in serie B con 35 punti.
Non a caso si sta già parlando di retrocessione nella Uefa Nations Leaugue.
Cosa pensa il tifoso della nostra nazionale, quali sono le tre tipologie?
Siamo ancora una delle top nazionali, o dobbiamo solo rassegnarci al fatto che i nostri giovani per quanto bravi non sono paragonabili a quelli di una volta? quali idee vanno per la maggiore, quali sono i profili dell’italiano amante del calcio e dello sport che vanno delineandosi in questi momenti di sconforto azzurro? Abbiamo risposto così:
- 1) Il critico, senza dati non si esprime: Ventura era solo l’allenatore di una squadra destinata a fallire. Sbagliato esonerarlo, dato che aveva raggiunto risultati rispettabili come c.t.: nelle qualificazioni mondiali 7 vittorie e 2 pareggi su 10 partite. Da quando è stato esonerato una vittoria in 7 partite.
Su Mancini parlerà e si esprimerà, ma non prima della fine degli Europei 2020, a tempo debito.
- 2) Il malinconico negativo, non ci son più i giocatori di una volta, e l’allenatore non capisce niente: mancano i talenti, fino ai primi anni 2000 ogni anno in Italia esordiva un Pirlo, un Del Piero, un Totti, un Baggio, un Cannavaro o un Maldini. Ora con tutto rispetto discutiamo di Caldara e Rugani. Togliere qualsiasi tipo di fiducia a Mancini che prova a rifondare una squadra su dei ragazzi giovani ancora troppo poco conosciuti e affermati per giocare in nazionale, e ancor peggio riporta Balotelli in azzurro, che escludendo i gol alla Germania ad Euro 2012 non ha mai convinto con la maglia della nazionale (questo profilo tende a parlare sempre di Balotelli, ma non lo ammetterà mai, perché odia i giornali che ne parlano sempre). In più è un allenatore sopravvalutato e inefficiente, con poche idee tattiche e non in grado di gestire, selezionare, e far crescere buoni giocatori. D’altronde ha vinto solo qualche campionato, ma in tempi diversi, spendendo moltissimo, e con una squadra che da lì a breve con un altro allenatore avrebbe raggiunto risultati ben più alti (un triplete nel 2010). Stessa cosa ha fatto in Premier con il Manchester City (e Balotelli!!!), dove ha speso moltissimo portando a casa risultati miseri.
- 3) Il peggio è passato, giusto puntare su Mancini, è un vincente e farà crescere la nostra nazionale riportandola al posto che gli spetta: sostiene che sia tutta colpa di Ventura, che non è riuscito nella semplice impresa di battere la Svezia, facendo cadere la nostra nazionale in basso come non mai. È stato giusto esonerarlo ed assumere Mancini, al quale bisogna dare tempo, poiché la nazionale oggi deve essere pensata come un progetto a lungo termine: un allenatore d’esperienza, che punta su giocatori giovani e promettenti, con la convinzione che entro l’europeo 2020 possano diventare qualcosa di più che una promessa, ma una nuova generazione di azzurri vincenti, o per lo meno degni di indossare quelle quattro stelle sul petto che tanto ci han fatto sognare.
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Redazione Betscanner