A un passo dalla rottura totale e con il fantasma di Allegri, Conte e l'Inter si ritrovano e proseguono insieme. Ora i sogni Vidal e Dzeko, oltre a quello dei trofei
Lo strappo, l’incontro, la ricucitura: sono state ore e settimane di altissima tensione quelle vissute da Antonio Conte e dall’Inter. Giorni in cui sembrava che la situazione fosse ormai precipitata, con le parole del tecnico post finale di Europa League (persa) contro il Siviglia che avevano un fortissimo sapore d’addio. “È stata una stagione bellissima, ringrazio la società per l'opportunità. Comunque vada ne è valsa la pena. A mente fredda ci confronteremo e capiremo se andare avanti insieme" uno dei passaggi fondamentali della sua conferenza stampa del 22 agosto scorso. Non un fulmine a ciel sereno, a dir la verità, anche perché già durante la stagione c’erano stati diversi sfoghi da parte di Conte. Non lo convinceva la gestione societaria, specialmente nell’ambito della comunicazione, e qualche operazione di mercato non lo aveva soddisfatto: come l’acquisto di Christian Eriksen a gennaio, quando lui in realtà aveva esplicitamente chiesto Arturo Vidal. E così, a un passo dalla frattura totale, cominciava a materializzarsi il fantasma di Massimiliano Allegri, proprio come era successo nella burrascosa estate della Juventus nel 2014. Poi, il confronto con la proprietà di qualche giorno fa ha cambiato tutto.
Tre ore di faccia a faccia
Nella lussuosa Villa Bellini, tra le mura entro le quali si vocifera che sia nata l’idea Cristiano Ronaldo alla Juve, Beppe Marotta è riuscito in un altro capolavoro. Tra i passi indietro della società e quelli dell’allenatore, c’è stato il netto riavvicinamento Conte-Inter. Il tecnico ha spiegato cosa vuole e cosa pretende per il prossimo anno, la dirigenza che cosa può proporgli, alla fine la stretta di mano chiarificatrice per mettere un punto alle polemiche di pochi giorni prima. E ora, si delineano le manovre di mercato nerazzurro: difficile pensare a spese folli, al massimo bisognerà prima cedere per poi avere la liquidità per agire. Vidal resta il grande pupillo di Conte, Dzeko il vice-Lukaku che non tramonta, Brozovic e Skriniar i possibili big sacrificabili. E poi c’è il capitolo Lautaro Martinez, forse quello più delicato, indeciso tra la permanenza sotto la Madonnina e la tentazione Barcellona, sempre che arrivi un’offerta irrinunciabile per l’Inter. Intanto, però, la certezza si chiama Antonio Conte: sarà ancora lui il condottiero nerazzurro. E per l’anno che verrà, l’obiettivo sono i trofei. Perché anche all’Inter, per l’allenatore “vincere è l’unica cosa che conta”.
Emanuele Pastorella
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