Balotelli ha fallito anche a Brescia: nemmeno a casa sua è riuscito a mettersi in mostra.
A gennaio può finire in America
"Why always me?", "Perché sempre io?", recitava la celebre maglietta mostrata da Mario Balotelli.
Era il 2011, SuperMario vestiva i colori del Manchester City e in un'esultanza mostrò questa scritta. Aveva 21 anni, doveva ancora entrare nel pieno della maturità calcistica e le "balotellate" erano all'ordine del giorno.
Furono stagioni di alti e bassi, esattamente come quelle successive tra Milan (due volte), Liverpool, Nizza e Olympique Marsiglia, e con il passare degli anni sarebbero stati sempre più i fallimenti rispetto ai successi.
Un campione che doveva sbocciare, ma che di fatto non ci è mai riuscito. Quest'estate, però, poteva essere quella della svolta.
Ritorno a casa - Gli ingredienti per la rinascita c'erano tutti.
Il suo procuratore, Mino Raiola, gli trovò la soluzione ideale: il ritorno a casa, nella sua Brescia, in una formazione neopromossa che lo avrebbe accolto come top player e bandiera per cercare di centrare la missione salvezza.
Caroselli, o quasi, nel giorno della sua presentazione, nonostante il suo esordio sarebbe avvenuto a settembre inoltrato perché doveva finire di scontare la squalifica rimediata in Ligue 1.
Esordio sottotono contro la Juventus, rete a Napoli alla seconda, poi la lunga parabola discendente fino ai fatti vergognosi di Verona. I cori razzisti lo mandano fuori di sé, scaglia il pallone verso un settore del Bentegodi e lì, di fatto, si conclude già la sua nuova parentesi italiana.
Perché poi, dopo l'esonero di Corini, iniziano anche i conflitti interni con il nuovo tecnico Grosso: sostituito dopo 45 minuti contro il Torino, fuori dai convocati per la trasferta di Roma.
E ora?
Quale futuro? - Anche a Brescia, Balotelli si è giocato tutti i jolly.
O quasi, perché comunque prima di Natale ci saranno ancora quattro partite da giocare. "E' disponibile" ha dichiarato l'allenatore delle rondinelle, ma tra la disponibilità e l'utilizzo ce ne passa.
E ne passa ancora di più tra l'utilizzo e l'essere decisivo, un qualcosa che SuperMario ha smesso di esserlo ormai da diversi anni.
Oggi ne 29, troppi per mantenere l'etichetta di "promessa". Brescia è soltanto l'ultima di una lunghissima serie di fallimenti: tutti gli indizi, ormai, portano ad immaginare un divorzio a gennaio. "Sta lavorando per schiarirsi" l'infelice battuta del patron Cellino, anche lui spazientito dall'atteggiamento di colui il quale sarebbe dovuto essere il salvatore della patria.
Toccherà a Raiola, nelle prossime settimane, trovare una nuova carta da giocare per il suo assistito.
Si parla della Mls, dell'America: di fatto, il campionato di chi è ad un passo dal "pensionamento". Balotelli ne avrebbe ancora di anni di carriera davanti a sé, ma fino ad oggi ha sempre fallito.
E anche il passaggio nel Nuovo Mondo, di fatto, sarebbe soltanto l'ultimo suo fallimento.
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Emanuele Pastorella
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