Dalla sospensione da incararci militari a spaccio per Milano, la vita segreta di "Rambo"
Arrestato il 13 novembre Rosario D'Onofrio, procuratore nazionale dell'associazione degli arbitri, con l'accusa di essere un corriere della droga in un'inchiesta a Milano. L'ex militare, che era stato sospeso dall'incarico per motivi disciplinari, era entrato nel 2013 nella sezione disciplinare sotto la presidenza di Nicchi, prima di diventare con Trentalange procuratore nazionale dell'AIA, col compito di verificare eventuali irregolarità degli arbitri. Tuttavia, rimane un mistero di come l'organizzazione non fosse a conoscenza di questa sua vita parallela.
L'intercettazione durante il lockdown
Il processo a suo carico è iniziato dopo che egli era stato intercettato il 30 marzo 2020, in pieno lockdown, a consegnare 35kg di hashish a Milano, prima di proseguire a bordo della sua vettura verso Paderno Dugnano per raccogliere un conoscente. D'Onofrio si era addirittura fatto prestare la divisa militare da un amico per riuscire a effettuare le consegne in tutta sicurezza per non dare nell'occhio.
Gli aiuti alla banda spagnola e il nome Rambo
I compiti di D'Onofrio erano prettamente logistici: l'ex militare doveva organizzare lo smercio della droga proveniente dalla Spagna e doveva trovare i posti dove scaricare i vari bancali in estrema sicurezza. Nel giro era conosciuto come Rambo, visto che come detto più volte anche da altri partecipanti nell'associazione a delinquere "era quello da chiamare nel caso si dovessero usare le armi".
Ora arrestato, bisognerà trovare un sostituto per il suo ruolo all'interno dell'AIA. E non è scontato che non si aprano indagini anche sopra la sua ammissione all'incarico.
Alessio Russo
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